"Cupola di Roma", nell'inchiesta anche molti personaggi del centrosinistra. Il dossier del Prc di Roma nel 2013

Mentre tutti i fari dei mass media nel raccontare l’inchiesta “Mondo di mezzo” vengono puntati su Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana, a piazzale Clodio la sensazione è che siamo solo al principio di un sisma destinato a propagarsi coinvolgendo ampie fette di centrosinistra.

Il governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Di Marco Bersani, tratto dal numero di marzo del Granello di sabbia. La crisi sovverte e modifica il quadro geopolitico internazionale, mutando i rapporti di forza a livello internazionale e rimettendo in discussione egemonie storiche, sinora date per indiscutibili.

Preparare la manifestazione del 29

Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale...

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti

Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria.

12.21.2011

Contro il razzismo, solidarietà ai migranti, chiudiamo casa Pound

Il Circolo "Viro Avanzati" del Partito della Rifondazione Comunista di Siena aderisce pienamente all'invito dell'Assemblea Siena Beni Comuni Siena per un'assemblea Pubblica indetta per mercoledì 21 dicembre, ore 19:00, presso le Stanze della Memoria, via Malavolti 9, per lanciare e organizzare a Siena e in Toscana una campagna finalizzata alla chiusura di CasaPound.




Di seguito l'appello divulgato da Assemblea Siena Beni Comuni.

"Assemblea Beni Comuni Siena invita la cittadinanza e le forze sindacali, politiche e dell’associazionismo che si riconoscono nei valori democratici della nostra Costituzione a partecipare all’Assemblea Pubblica “Contro il razzismo, solidarietà ai migranti, chiudiamo Casa Pound “.
Martedì 13 dicembre a Firenze vengono assassinati due cittadini senegalesi e altri vengono feriti dalla stessa arma. Arma impugnata da Gianluca Casseri, neonazista nonché assiduo frequentatore e collaboratore di diverse sedi di Casa Pound in Toscana. Questo fatto cruento non può certo essere interpretato come il sintomo della follia di un individuo, si tratta, piuttosto, della punta di un iceberg. L’odio razziale, propagandato per più di un decennio anche dalle destre parlamentari, è una caratteristica centrale del discorso neo-fascista diffuso da organizzazioni come Casa Pound e Forza Nuova. Nonostante la nostra Costituzione vieti espressamente l’apologia di fascismo e di razzismo, queste organizzazioni sono oggi largamente diffuse sul territorio Toscano e Nazionale. Non è più possibile ignorare questi gruppi dell’estrema destra, coltivando l’illusione che, in fondo, si tratti di pochi e ininfluenti personaggi. Gli ultimi anni hanno visto il coinvolgimento di militanti neo-fascisti in numerosi episodi di aggressione ai danni di attivisti di sinistra nel nostro territorio ed in quello Nazionale con l’appoggio, talvolta evidente, di certi settori istituzionali.Vogliamo ricordare, a titolo di esempio emblematico, il solo episodio dei così detti Fatti di Pistoia, che hanno visto il coinvolgimento diretto dell’assassino Casseri. In quell’occasione, 7 militanti anti-fascisti vennero arrestati con l’accusa di “devastazione e saccheggio” della sede di Casa Pound Pistoia. Nonostante il processo a 6 di loro non sia stato ancora concluso, vogliamo sottolineare l’assoluzione in ultimo grado dell’unico imputato che scelse il rito abbreviato, l’assoluta fragilità ed incoerenza dell’impianto accusatorio e la costante presenza in aula dell’assassino Casseri, scortato dalla Digos, come informatore di Casa Pound Pistoia. A queste aggressioni politiche si sommano le numerose azioni violente e omicide perpetrate ai danni delle comunità migranti e omosessuali, non da ultima quella di domenica 11 dicembre a Torino contro un campo nomadi. Questi fatti, nel loro insieme, dimostrano che ci troviamo di fronte ad un’emergenza civile e democratica. In questo contesto e con l’aggravarsi della crisi economica, è più che mai necessario rispondere con forza a queste organizzazioni e alla cultura dell’odio da esse propagandata. Raccogliamo l’appello delle comunità migranti toscane e lo facciamo nostro: le organizzazioni neo-fasciste devono essere dichiarate illegali immediatamente. Questo sarà solo il primo passo per poter rispondere al discorso razzista, dimostrarne l’incoerenza logica, le false premesse e, finalmente, costruire nel nostro Paese una cultura del rispetto delle differenze religiose, sessuali, culturali, etniche e di
genere.Quello che vi propone Siena Beni Comuni e’ di stendere un documento unitario da presentare alle istituzioni per chiedere di dichiarare illegale Casa Pound sulla base della Costituzione Italiana. L’Assemblea Siena Beni Comuni invita la cittadinanza e le forze sindacali, politiche e dell’associazionismo a farsi partecipi e protagonisti di questo processo politico e culturale, iniziando dal nostro territorio. Chiudiamo Casa Pound Siena per affermare che la cittadinanza senese, nelle sue molteplici e legittime differenze politiche e ideologiche, è oggi come ieri, anti-fascista e anti-razzista. Mai più diffusione dell’odio razziale, mai più omicidi xenofobi!"

12.20.2011

Contro la manovra Monti ed i ricatti di licenziamento


Referendum tradito. Parte la campagna di Obbedienza Civile


A Gennaio partirà anche a Siena la Campagna di OBBEDIENZA CIVILE lanciata a livello nazionale dai comitati ACQUA BENE COMUNE.
É stata chiamata di “obbedienza civile” perché non si tratta di “disobbedire” a una legge ingiusta, ma di “obbedire” alle leggi in vigore, così come modificate dagli esiti referendari. Lo scopo principale della campagna è ovvio: ottenere l’applicazione del risultato che è inequivocabilmente scaturito dai referendum.
Con la mobilitazione attiva di centinaia di migliaia di cittadini ci proponiamo di attivare una forma diretta di democrazia dal basso, auto-organizzata, consapevole e indisponibile a piegare la testa ai diktat dei poteri forti di turno.

12.12.2011

Blocchiamo il Paese e obblighiamoli a cambiare

Lunedì 12 Dicembre 2011




La crisi delle banche e della finanza ha determinato a livello europeo un quadro politico e sociale molto pericoloso. I poteri forti non riescono più a fidarsi della classe dirigente del paese e sono ricorsi direttamente ai manager ed ai professori.
In Italia la manovra del governo Monti è una stangata in totale continuità con le politiche di Berlusconi. Graverà sulla media delle famiglie per 635 euro. Sommato alle manovre di Berlusconi di luglio e agosto, l’impatto su ogni famiglia raggiungerà nel quadriennio 2011-2014, i 6.400 euro. La manovra colpisce sempre gli stessi, e salvaguarda sempre gli stessi. Colpisce le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i giovani. Salvaguarda i grandi patrimoni, i grandi speculatori, i grandi evasori.
E’ vergognoso l’intervento sulle pensioni. Si porta da subito l’età pensionabile a 42 anni e un mese, prevedendo che cresca di un altro mese ogni anno futuro, e si aboliscono le quote cioè la somma tra età ed anni di lavoro. In questo modo un lavoratore nato nel ’52 con 36 anni di contributi, andrà in pensione 5 anni più tardi. Se nel frattempo viene licenziato, chi lo riassume? E come campa? Di fatto si aboliscono le pensioni di anzianità, senza neppure tutelare chi si è rotto la schiena facendo lavori duri
Ci si accanisce ancora con le donne che hanno sopportato per tutta la vita anche la fatica del lavoro domestico e di cura. Ora tocca alle lavoratrici del privato, le tessili, le metalmeccaniche, aumentando a tappe accelerate l’età per la pensione di vecchiaia: nel 2012 sarà a 62 anni, a 66 entro il 2018, per poi aumentare fino a oltre i 70 anni.
Si portano tutti al contributivo diminuendo pensioni già basse e si blocca la rivalutazione delle pensioni al costo della vita sopra i 935 euro: uno scandalo per pensioni da anni non più agganciate all’aumento delle retribuzioni.
E’ inaccettabile tagliare ancora su Regioni ed Enti Locali. Si tagliano altri 5 miliardi da subito, 6,5 dal 2012. Sono tagli agli asili nido, alla non autosufficienza, alle politiche abitative e del lavoro. E’ messa in discussione sempre di più la sanità pubblica, già colpita da tagli per 13 miliardi al 2014.
E’ iniquo l’intervento sulla casa. La rivalutazione degli estimi catastali, unito alla reintroduzione dell’ICI sulla prima casa colpirà pesantemente le famiglie italiane. Si colpisce nel mucchio senza tutelare i lavoratori e le fasce più deboli.
E’ inaccettabile che si varino nuove privatizzazioni. Contro 27 milioni di italiani che hanno votato al referendum contro le privatizzazioni dell’acqua e dei servizi pubblici locali, si va avanti su quella strada.
E’ inaccettabile che non ci sia la patrimoniale, che la sovratassa sui capitali scudati sia un misero 1,5%. Con una patrimoniale progressiva a partire dall’1% sopra il milione di euro si potevano e possono reperire 20 miliardi di risorse colpendo solo il 5% della popolazione più ricca.
Monti in Europa si schiera con la Merkel contro la sola vera possibilità di combattere la speculazione, che passa dall’ obbligo per la BCE di acquistare direttamente i titoli di stato dei paesi membri come fa la FED negli USA. In Italia si schiera con i ricchi contro il lavoro.
Pure nella provincia di Siena il quadro che si sta delineando non è per niente rassicurante, sono in atto gravi crisi che producono licenziamenti, cassa integrazione, contratti di solidarietà e strette sulla dinamicità del tessuto produttivo.
Alla crisi strutturale del termalismo, che ha significato la perdita di 2000 posti di lavoro solo nella zona sud della provincia, si sono aggiunte grosse vertenze anche in settori storicamente traino della nostra economia, come quelli della camperistica e del manifatturiero (vedi le minacce di licenziamenti e di chiusura di stabilimenti importanti come l’RDB, l’Amtec, la Imer, la Whirlpool etc.) A queste tragiche prospettive si sommano la crisi ed i buchi dell’Università ed il mancato pagamento dei fornitori da parte delle aziende sanitarie.
E’ evidente dunque come lo sciopero convocato per lunedì 12 dicembre dai sindacati confederali debba costituire solo il primo piccolo passo verso l’apertura di una dura e radicale stagione di lotte alfine di contrastare questa manovra iniqua e recessiva che peggiorerà la crisi, e ci porterà al dramma della Grecia.

12.11.2011

Crisi e bilanci di previsione 2012: "per giornali e poteri forti nessuna emergenza"

Sabato 3 Dicembre 2011



Nonostante il colpevole silenzio di stampa e regime, sono ormai saltati i programmi di mandato delle amministrazioni elette a causa della crisi straordinaria in cui versano l’economia e con essa gli Enti Locali. I prossimi bilanci di previsione da approvare entro l’anno non potranno rispondere più ai criteri ordinari per l’assegnazione dei PEG ma dovranno tenere conto della situazione di emergenza in cui ci troviamo. Proponiamo l'stituzione immediata di comitati di emergenza in tutti i luoghi di rappresentanza pubblica e cioè nel Consiglio provinciale e nei consigli comunali. Tutte le forze politiche, i sindacati e le rappresentanze economiche e sociali dovranno partecipare alla costruzione dei prossimi bilanci; occorre aprire le scelte di bilancio, possibili, alle priorità ed ai bisogni urgenti delle nostre comunità, non sarà più possibile amministrare con le vecchie logiche e con gli strumenti ordinari.
La crisi delle banche e della finanza ha determinato un quadro politico e sociale molto pericoloso. I poteri forti non riescono più a fidarsi della classe dirigente del paese e ricorrono direttamente ai manager ed ai professori. Tutto questo perché l’Europa deve allineare la grande forza del sistema pubblico italiano alla competitività dei mercati. Si può far finta di niente ed ignorare le nostre proposte ma non si potrà fermare la macelleria sociale che scatterà nel 2012 in tutto il nostro paese.
Siamo in una situazione paradossale dove, l’Europa dei banchieri sta mettendo le ipoteche sul futuro dei servizi pubblici e per fare questo metterà a rischio le garanzie del lavoro e la stessa dignità del popolo italiano.
In sostanza si stanno per aprire scenari anticostituzionali pericolosi per la democrazia e per la tenuta sociale, è dovere di chi è stato eletto, indipendentemente dalla collocazione politica ed istituzionale, dare il proprio contributo e mettersi a disposizione per affrontare la situazione con serietà, trasparenza e forte senso di responsabilità.
Il quadro che si stà delineando nella provincia di Siena è per niente rassicurante, sono in atto grosse crisi che hanno prodotto licenziamenti, cassa integrazione, contratti di solidarietà e strette sulla dinamicità del tessuto produttivo.
Alla crisi strutturale del termalismo, che ha significato la perdita di 2000 posti di lavoro solo nella zona sud della provincia, si sono aggiunte grosse vertenze anche in settori storicamente traino della nostra economia, come quelli della camperistica e del manifatturiero.
In questi giorni si sono fatte sempre più pressanti le minacce di licenziamenti e di chiusura di stabilimenti importanti come l’RDB, l’Amtec, la Imer, la Whirlpool etc... A queste tragiche prospettive si sommano la crisi ed i buchi dell’Università, il mancato pagamento dei fornituri da parte delle aziende sanitarie; solo l’ASL senese ha un deficit ormai largamente superiore ai 30 milioni di euro.
Molte ditte e piccoli artigiani rischiano il fallimento per la mancata riscossione di fatture bloccate negli Enti Pubblici a causa del Patto di Stabilità.
La Banca MPS che storicamente ha rappresentato per questa provincia un salvadanaio importante, da una parte si è proiettata sui mercati con scellerate scelte ed acquisizioni di fallimenti altrui e dall’altra è sfuggita al controllo della comunità che attraverso la Fondazione avrebbe dovuto essere vigile ed attenta alle politiche espositive del Gruppo. Questo, aggiunto alla forte speculazione finanziaria in atto, determinerà un futuro senza quegli utili che storicamente hanno finanziato progetti pubblici e privati che hanno interessato la cultura, il turismo, il sociale, l’innovazione, la ricerca, le manutenzione e lo sviluppo. Inoltre le difficoltà degli strumenti di garanzia mettono a serio rischio le aziende pubbliche e private partecipate direttamente da quote azionarie della Banca MPS e distribuite in tutta la provincia e non solo.
Ed in ultimo l’incerto destino dell’assetto istituzionale, alimentato non solo dai tagli del governo, ma anche dall’accentramento regionale, ha determinato un clima di incertezza pericoloso soprattutto per i lavoratori e per le classi più deboli.
Non possiamo più rimanere a guardare!

CON IL POPOLO DELL’ACQUA E DEI BENI COMUNI PER I DIRITTI E LA DEMOCRAZIA







CON IL POPOLO DELL’ACQUA E DEI BENI COMUNI
PER I DIRITTI E LA DEMOCRAZIA
Non consentiremo nessuno scippo del risultato del Referendum

A giugno 27 milioni di donne e di uomini si sono espresse/i in maniera netta contro la privatizzazione
dell’acqua e per una scelta forte nel senso della ripubblicizzazione.
Oggi, a distanza di cinque mesi da quelle splendide giornate, si sta tentando un volgare scippo del
risultato. Un vero e proprio furto di democrazia.
- Enti locali e SpA di gestione proseguono come se nulla fosse accaduto
- La legge di iniziativa popolare per la ripubblicazione dell’acqua è ferma nelle commissioni
parlamentari.
- In estate il governo Berlusconi aveva rispolverato le privatizzazioni. Adesso la Commissione
europea e la Bce pensano a riforme nel settore idrico, “malgrado il referendum”.
Unica eccezione, in questo contesto pieno di operazioni antidemocratiche e incostituzionali,
il comune di Napoli che ha puntato sin da subito sulla ripubblicizzazione del servizio idrico,
dimostrando che si può fare e si può fare presto ovunque.
La straordinaria vittoria referendaria deve essere rispettata.
Occorre subito:
• DARE SEGUITO ALL’ESITO DEL REFERENDUM.
• ELIMINARE I PROFITTI GARANTITI DALLE TARIFFE.
Dalla crisi si esce con scelte nette e alternative alla mercificazione dei beni comuni ed al dominio
della finanza, perché prima di ogni altra cosa ci siano la vita ed i diritti umani, non i profitti e le
rendite.
CON IL POPOLO DELL’ACQUA E DEI BENI COMUNI
PER I DIRITTI E LA DEMOCRAZIA
Non consentiremo nessuno scippo del risultato del Referendum

Crisi e licenziamenti, difficoltà anche alla Whirlpool di Siena

Martedì 29 Novembre 2011






La crisi finanziaria dovuta da una parte alla speculazione internazionale e dall’altra a scelte sbagliate e capestro come nel caso della Banca MPS e dell’Università, sta mettendo in crisi fortemente la tenuta della nostra Provincia.
Ormai sono migliaia i lavoratori che ricorrono alla cassa integrazione, sia a regime ordinario che in deroga, molti sono i contratti di solidarietà e se a questo si aggiungono le difficoltà delle piccole imprese che non vengono pagate a causa del Patto di Stabilità degli Enti Pubblici ed i cali delle presenze turistiche sia in termini quantitativi che di qualità, la situazione si presenta drammaticamente pericolosa. E’ necessario subito un cambio di passo e la creazione immediata di piani di emergenza, interventi starordinari e di fondi di solidarietà nazionali, regionali, provinciali e comunali.
In Valdichiana, i lavoratori della RDB, ai quali va la nostra profonda solidarietà, vivono da oltre un mese nella sede di Montepulciano e stanno cercando con tutte le loro forze di salvaguardare il posto di lavoro. Altre vertenze difficili sono aperte in Amiata all’AMETC ed alla RIMOR, che si aggiungono a quelle aperte da tempo soprattutto in Val d’Elsa.
In questi giorni ci sta preoccupando in maniera molto forte la situazione della Whirlpool che dopo il finanziamento del progetto denominato Higlander con fondi europei e pubblicizzato appena un mese fa, alla presenza dei massimi esponenti delle autorità senesi, compreso il Vescovo, attraverso le dichiarazioni del Presidente della Corporation parlano di un taglio da spalmare fra USA ed Europa di almeno 5000 unità, di cui 1000 in Italia e circa 120 a Siena, prevedendo quindi la chiusura di alcuni stabilimenti definiti non strategici e privi di utili. Proprio su questo tema abbiamo presentato un’interrogazione che sarà discussa nel prossimo consiglio provinciale del 30 novembre per capire cosa sta avvenendo concretamente e quali problematiche si potrebbero aprire in futuro nello stabilimento di Viale Toselli.
Inoltre vorremmo sapere come mai, questi imprenditori così interessati al rapporto con le istituzioni quando c’è da ottenere dei finanziamenti, dimenticano facilmente gli impegni presi, quando si tratta di licenziare o addirittura di chiudere processi produttivi dei quali ci si vanta di innovarli con strumenti di alta qualità tecnologica?!



Gruppo Comunista Provinciale di Siena.

L'UNIVERSITA' è viva ma non può sopravvivere vendendo beni e tagliando personale

Lunedì 28 Novembre 2011




Si è celebrata oggi l'inaugurazione del 771° Anno Accademico della nostra Università e vogliamo sottolinearne alcuni aspetti. Per prima cosa osserviamo che nonostante la grave crisi economica questa Università è viva; le varie relazioni presentate non sono state solo celebrative, ma hanno evidenziato la capacità delle varie componenti di sapersi confrontare, anche con critiche aperte alle varie parti presenti.
Condividiamo poi l'ipotesi che l'Università stessa possa costituirsi parte civile in un eventuale processo teso a determinare le eventuali responsabilità della grave situazione economica in cui si trova.
Assieme alla più assoluta volontà di ottenere chiarezza e giustizia vogliamo però ribadire come non sia pensabile che una importante istituzione culturale possa mantenersi solo attraverso la svendita del suo patrimonio immobiliare e i tagli al personale; è giunto il momento che lo Stato vi investa maggiori risorse alfine di permettere all’Università di Siena di non deperire lentamente come sta accadendo in questi ultimi anni.

SULLA FONDAZIONE MPS: tutte le forze politiche tengono le distanze, ma per noi è invece il caso di lavorare tutti insieme.

19 Settembre 2011




Esprimiamo grosse preoccupazioni, per come il Consiglio comunale ed il Consiglio provinciale di Siena, hanno affrontato l’obbligo di riaggiornare le linee di mandato della Fondazione MPS.
La necessità di aggiornare il mandato scaturiva dal fatto che per il 2012 e sicuramente per molti anni ancora, la città e la provincia di Siena saranno privati del bando straordinario che metteva a disposizione del territorio una quantità di risorse importanti soprattutto nel momento in cui da una parte il liberismo e la speculazione finanziaria e dall’altra un Governo che fa solo l’interesse dei poteri forti, ignorando il dettato Costituzionale che vuole la rimozione degli ostacoli  che impediscono ai cittadini di raggiungere una effettiva parità dei diritti, stanno distruggendo la tenuta sociale costruita con grandi sacrifici dalla passate generazioni.
In un momento così delicato le forze politiche invece di riflettere insieme a tutta la comunità senese, aprendo al confronto sia le assemblee elettive che la stessa Fondazione, hanno preferito mantenere le distanze come se non portassero le responsabilità politiche e gestionali di scelte che hanno esposto in questi anni alle speculazioni finanziarie ed al dominio delle banche anche la nostra città, la quale, proprio attraverso un ruolo forte della Fondazione e delle istituzioni era riuscita a mantenere coesa non solo la tenuta economica e sociale ma anche quella storica e culturale, punto di forza importante del nostro territorio.
Riteniamo che il documento deliberato sia insufficiente e vago e che lo strano matrimonio PD, SEL, IDV e PDL costruito in Comune e rielaborato anche in Provincia, non abbia partorito niente di produttivo per invertire la tendenza delineata.   Mettere al centro il "vogliamoci bene" senza dare nessuna indicazione in merito al ruolo dei consigli elettivi ed alla necessità di un confronto aperto e permanente fra questi e la Fondazione, ci sembra come far finta che nel prossimo anno la comunità non subirà seriamente un taglio di risorse che, se sommiamo i mancati utili della banca con i tagli degli Enti Locali, supererà ampiamente il mezzo miliardo di euro per tutto il territorio provinciale.
A nostro avviso occorreva pronunciarsi fermamente per un cambio di rotta che bloccasse le esternalizzazioni e valorizzasse le risorse e le competenze interne della Fondazione e nello stesso tempo mantenesse alta e rigorosa l’attenzione verso la Banca Mps e verso le partecipate dove le nomine non devono essere scelte fra la cerchia degli amici ma attraverso una trasparente selezione delle professionalità.
E’ necessario, quindi, valutare fino in fondo le scelte passate come quelle dell’acquisizione dell’Antonveneta, assumendoci ognuno le nostre responsabilità (compresi noi del PRC). Rifare gli errori che hanno portato ad un sempre crescente snaturamento della storia della banca per inseguire le mode liberiste sarebbe imperdonabile, così come il tanto osannato posizionamento sul mercato finanziario, invece di produrre ricchezza ha finito con esporre alla speculazione anche importanti servizi ed investimenti del territorio dove il MPS detiene significative quote azionarie.
Infine ci aspettavamo, che in un momento così difficile, le indicazioni sulla distribuzione di eventuali risorse disponibili venissero date prioritariamente al sostegno di chi non percepisce nessun tipo di indennità, e che si dichiarasse esplicitamente con quali criteri verranno assegnate le poche risorse disponibili, visto che tale assegnazione avverrà in assenza di bandi pubblici.