"Cupola di Roma", nell'inchiesta anche molti personaggi del centrosinistra. Il dossier del Prc di Roma nel 2013

Mentre tutti i fari dei mass media nel raccontare l’inchiesta “Mondo di mezzo” vengono puntati su Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana, a piazzale Clodio la sensazione è che siamo solo al principio di un sisma destinato a propagarsi coinvolgendo ampie fette di centrosinistra.

Il governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Di Marco Bersani, tratto dal numero di marzo del Granello di sabbia. La crisi sovverte e modifica il quadro geopolitico internazionale, mutando i rapporti di forza a livello internazionale e rimettendo in discussione egemonie storiche, sinora date per indiscutibili.

Preparare la manifestazione del 29

Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale...

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti

Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria.

4.28.2012

Appello per il 12 Maggio





Mai come in questo momento la Costituzione della Repubblica rischia di essere travolta a partire dall’articolo 1: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il valore e la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique, esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al sistema istituzionale del nostro Paese. Il Governo Monti, pur formalmente legittimato dal sostegno dalla maggioranza trasversale di un Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e credibilità, a partire dalle stesse modalità elettorali che lo hanno espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare. L'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l'esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all'istruzione, alla previdenza e all'assistenza alle "superiori" ragioni del mercato. La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell'articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l'attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale. Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti. Opporsi a queste politiche e concorrere alla costruzione di un modello sociale ed economico alternativo è pertanto dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: è il compito urgente che abbiamo tutti noi in Italia ed in Europa. Un'alternativa che contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una clava per distruggere i diritti sociali. Un'alternativa volta a redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare. Un'alternativa che si fondi sulla centralità dei diritti del lavoro, riconverta le produzioni nel segno della sostenibilità ecologica, investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo modello di democrazia e partecipazione. Un'alternativa all'insegna di politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la drastica diminuzione delle spese militari. 
"Per queste ragioni, facciamo appello a scendere in piazza il 12 Maggio a Roma. Contro il governo Monti, le politiche della BCE, della UE e il Fiscal Compact. Per difendere la democrazia, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, la Costituzione, per l’Europa sociale.

Bilancio Consuntivo: passato grazie al voto del comune e della provincia



 La giornata di oggi è stata davvero densa di eventi per la nostra città. Le vicende avvenute in consiglio comunale infatti non sono le uniche difficoltà che hanno interessato la piccola Siena. Questa mattina infatti era in discussione un altro bilancio, quello consuntivo presentato dall'Amministrazione al Consiglio di Amministrazione dell'Università di Siena. Motivo per cui i lavoratori tecnici amministrativi avevano indetto  per oggi un ulteriore sciopero ed assemblea, in concomitanza a tale consesso. All'assemblea del 24 tutti i lavoratori e tutte le loro componenti sindacali presero all'unanimità la decisione di sfiduciare l'amministrazione inefficiente e incapace di dare risposte, chiedendo quindi, per il CdA di oggi la presentazione di una mozione richiedente le dimissioni della direttrice amministrativa Ines Fabbro e il voto contrario al bilancio consuntivo. Nella serata di ieri una dei tre rappresentanti dei tecnici-amministrativi, Moira Centini, appartenente alla componente FLC_CGIL, ha rassegnato le proprie dimissioni non sentendosi in linea con la decisione uscita dall'assemblea del 24 e non volendo dunque presentare la richiesta di dimissioni. Le sue dimissioni, che a questo punto dovranno essere definitive, hanno sancito a occhi esterni una frattura all'interno del personale tecnico e amministrativo. Quello della Centini non è stato il solo atto divergente rispetto a promesse fatte e posizioni prese il 24, è stato anzi quello di minor gravità. Difatti il bilancio consuntivo è passato con 9 voti a favore contro 7 contrari. Determinanti sono stati i due voti dei rappresentanti del COMUNE E DELLA PROVINCIA: Cucini e Morrocchi. Ancora più rilavante la cosa dopo che il Ceccuzzi si era presentato lo scorsa 24 portando la sua solidarietà ai lavoratori e lo stesso PD nel pomeriggio dello stesso giorno era uscito con un comunicato in appoggio allo sciopero del personale. Una chicca: neppure tutta la componente studentesca ha votato contrariamente al bilancio. Difatti i rappresentanti di Azione Universitaria si sono astenuti e mentre il rappresentante della rete degli studenti - reds ha votato favorevolmente. La motivazione data: è un buono sforzo verso il risanamento economico dell'ateneo e  evidenzia un miglioramento del disavanzo, che al netto è pari a 8.1 milioni di Euro, in chiara riduzione rispetto ai valori registrati nel  2008 (63,9 milioni di Euro), nel 2009 (28,8 milioni di Euro) e 2010 (18,2 milioni di Euro). Ma è troppo facile fare risanamento tagliando sullo stipendio dei dipendenti, non c'è bisogno di geniali professori super pagati per giungere ad una simile soluzione. Infatti nel bilancio presentato oggi mancavano le voci di spesa relative ai contatti integrativi dei CEL e ai salari accessori degli ATA. L'assenza di tali voci era il punto dirimente per dire che il bilancio andava bocciato!! Spero non occorra spiegare come bocciare questa bilancio non significhi auspicare la riduzione degli investimenti nella ricerca (che per altro sono già ridotti più che all'osso) ma piuttosto significhi non approvare che a dover fare sacrifici per il bene del nostro risanamento siano sempre le classi sociali più deboli. Significa pretendere che la D. A. non abbia più la fascia più alta di remunerazione, ne' tanto meno un premio annuale. Significa pretendere che il rettore non abbia più la sua indennità...

Bilancio: la maggioranza battuta in consiglio comunale

 dal Cittadinoonline
venerdì 27 aprile 2012

"Il voto per l'approvazione del bilancio consuntivo 2011 del Comune ha dato un segnale forte: la maggioranza è stata battuta 17-15, grazie ai voti contrari delle opposizioni e di alcuni rappresentanti dell'ala margheritina del PD.
Hanno votato a favore: Ceccuzzi, Bianchi, Brenci, Bruni, Petti, Nannizzi, Nuti, Ronchi, D'Onofrio, Chiti, Marzocchi, Tortorelli, Fedi e Tafani. Non è servito il voto positivo di Senni, transuga dell'Udc.
Hanno votato contro: Pace, Guideri, Ranieri, Bazzini, Gioia, Meacci, Mugnaini, Vigni, De Risi, Nannini, Falorni, Del Dottore, Corsi, Manganelli, Tucci, Staderini, Corsi ed il presidente del Consiglio comunale Piccini. Corradi era in Canada...
Il sindaco Ceccuzzi a questo punto potrebbe decidere di applicare la normativa e di conseguenza ripresentare al Consiglio comunale tra 60 giorni il bilancio per l'eventuale approvazione. Oppure potrebbe dare le dimissioni assieme al vicesindaco Marzucchi, che ha la delega al bilancio, e far commissariare il Comune.
Sarà una lunga notte..."

4.24.2012

L'Italia è ancora una repubblica fondata sul lavoro?


PRC affianco dei tecnici-amministrativi: il paradosso dell'Università di Siena

Martedì 24 Aprile 2012






Il partito della Rifondazione Comunista - Federazione provinciale e Circolo PRC "Viro Avanzati" di Siena - esprimono la loro piena solidarietà al personale tecnico e amministrativo dell'Università di Siena il quale ha indetto per oggi uno sciopero di due ore e un'assemblea presso l'aula Magna storica del Rettorato. Ancora una volta si intende far ricadere la responsabilità di un dissesto economico, figlio di anni di sperperi del capitale dell'Ateneo, sulle spalle di chi certamente in esso non ha responsabilità: i lavoratori. E a questo gioco il nostro partito non ci sta. E' evidente a tutti, oramai, che negli anni passati l'Università senese ha vissuto in un' epoca dorata sostenutasi tramite spese scriteriate quali costose consulenze esterne, sedi distaccate, cene, palchi al Palio, e quant'altro, senza mai voler gettare un occhio al bilancio. E in questa "aurea aetas", un'altra grande somma di denaro è andata anche in assunzioni eccessive, spesso dettate più da volontà politiche e/o elettorali che non da necessità effettive di personale e docenti. Ma è paradossale che oggi, finita questa età dell'oro, ogni volta che si parli di risanamento lo si faccia sempre tirando i ballo i soli lavoratori, mentre i veri artefici di tali politiche di sprechi occupino ancora impuniti e indisturbati le loro poltrone all'interno come all'esterno dell'Università. Purtroppo nessuno sembra preoccuparsi della rapidità con cui l'Ateneo procede nella sua iperbole di paradosso. Si è iniziato con le categorie più deboli, e dopo i Collaboratori ed Esperti Linguistici, ricercatori e stabilizzandi, adesso è la volta dei tecnici-amministrativi, che da più di un anno, ormai, si  vedono sospendere l'erogazione del Trattamento Economico Accessorio. Ancora più paradossale però, per procedere nella nostra scala crescente, è la politica fortemente antisindacale con cui la direzione amministrativa ha preso tale scelta, che, ancora una volta come due anni fa, non ha alle spalle ne' una contrattazione con i sindacati e il personale, ne' un via libera da parte del Ministero dell’Economia (che ancora in proposito deve pronunciarsi), ma deriva anzi da una decisione unilaterale e autoritaria della dottoressa Fabbro. Non sapremmo definire se di grado maggiore o minore, ma sicuramente ad un livello alto di paradossalità, sta inoltre la volontà -nuovamente autoritaria e unilaterale- dell'Amministrazione di negare da un giorno all'altro i contributi per le spese sociali ai suoi dipendenti, ad esempio per gli asili nido, contributi pagati da un fondo già stanziato, ma che l'Università ha deciso piuttosto di destinare alla costruzione di un nuovo asilo. E mentre i lavoratori non solo non si vedono più rimborsati per le loro spese sociali, ma subiscono anche un taglio allo stipendio, e mentre i ricercatori non hanno più riconosciuto il rischio chimico e radiologico, il Rettore ha ancora la sua indennità e la Direttrice Amministrativa si è auto-assegnata la fascia più alta di rimunerazione. Sarebbe poi impensabile che questa condizione di difficoltà, in cui i lavoratori sono costretti ad operare, non ricada anche sugli studenti, con una diminuzione del numero e della qualità dei servizi offerti, proprio in un momento in cui il governo Monti vota decreti attuativi che comporteranno un aumento delle tasse universitarie. Tuttavia, in questo clima di paradosso, nessuno sembra poter far cambiare idea alla direzione universitaria, convinta di procedere nella direzione migliore per il risanamento ed il rilancio dell'Ateneo senese; nessuno, neppure i giudici e le  sentenze della corte d'appello! (si veda ad esempio per la vicenda dei CEL) Che questo non sia il modo per risanare un'università in crisi a noi sembra lapalissiano, e finché non si cambierà strutturalmente la politica interna dell'Ateneo, ponendo al centro i lavoratori e gli studenti, non si uscirà certamente da questo vortice. Infine, a fare da cornice a questa paradossale situazione, si inserisce il ruolo svolto dal Comune di Siena e dalla Provincia, i quali pur avendo voce in capitolo in quanto presenti coi loro rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione dell'Università, languono in un colpevole silenzio. Perciò, nell'esprimere la più completa solidarietà e vicinanza ai lavoratori dell'Università di Siena -giustamente esasperati e stanchi di lavorare le notti, le domeniche e gli straordinari senza essere retribuiti-, ci impegniamo a mobilitarci presso il Consiglio Provinciale per promuovere una vera politica di opposizione alla paradossale devastazione dell'Università di Siena. 



Francesco Andreini (segretario circolo PRC Siena “Viro Avanzati”)

Matteo Mascherini (segretario provinciale PRC Siena)

4.08.2012

Manifestazione Nazionale della FdS 12 Maggio a Roma




4.07.2012

Il 12 Maggio la Federazione della Sinistra scende in Piazza contro il Governo Monti


Il governo Monti aggrava la crisi, ne scarica gli effetti sui soggetti più deboli e corrompe la democrazia. Questo governo, nato senza mandato da parte degli elettori e appoggiato da una grande coalizione che va dalla destra berlusconiana al PD, è il frutto dei diktat e delle fallimentari ricette di poteri economici e finanziari, come la Bce, la Commissione Europea, l’Fmi, che scavalcano la volontà dei popoli e le istituzioni rappresentative.
La manovra economica di dicembre, contrassegnata su tutto da un aumento della pressione fiscale generalizzato e senza criteri di progressività, dall’innalzamento dell’età pensionabile, dal taglio alle prestazioni previdenziali, dai nuovi tagli agli enti locali e alla spesa per il sociale, ha evitato di introdurre una tassa sui grandi patrimoni, di tagliare gli sprechi miliardari come la Tav in Val di Susa o l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35, di ridurre i costi della politica, al fine di investire in creazione di posti di lavoro e nella riconversione in senso ecosostenibile dell’economia italiana.
Ora il governo si appresta a una riforma del mercato del lavoro che non colpisce la precarietà sia sul piano legislativo che fiscale, che riduce la durata degli ammortizzatori sociali in caso di perdita del lavoro, e che manomette l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori allo scopo di agevolare il padronato nella facoltà di licenziare e di annichilire gli spazi di agibilità sindacale e politica nei luoghi di lavoro.

Tra i due litiganti i terzi soffrono



In questi giorni abbiamo assistito, attraverso i quotidiani locali, al dibattito e alle prese di posizione della varie forze politiche presenti nel consiglio comunale di Siena in merito agli esiti del voto sulle mozioni aventi come oggetto l'importante tema della situazione relativa alla banca Monte dei Paschi.
Non potendo contare su una diretta rappresentanza del Partito della Rifondazione Comunista in consiglio, ammettiamo che ci possano mancare tutti quegli elementi di conoscenza riguardo al preciso merito delle mozioni che si sono confrontate. D’altronde, anche la controversia sviluppatasi successivamente sugli organi di stampa non facilita una comprensione il più possibile oggettiva.

Detto questo, sentiamo di poter comunque dare un giudizio negativo sugli aspetti principali dell’intera vicenda. Innanzitutto, siamo stanchi di vedere che per scontri e ricomposizioni interne tra le correnti del PD e dei suoi alleati siano utilizzate come foglie di fico le problematiche più impellenti per la cittadinanza senese e dell’intera provincia come la Banca e la Fondazione (e nel prossimo futuro, chissà, il voto al bilancio), quando ancora una volta ci sembra che gran parte del problema sia il pesarsi reciproco tra le due maggiori correnti storiche presenti nella nostra città.
Collegi dei revisori, C.d.A. bancari, case popolari, enti di ogni ordine e grado, sono casematte da occupare in termini tutt’altro che di ascendenza gramsciana bensì come colonie dalle quali non smobilitare se non per occupare una posizione migliore.
Inoltre, riteniamo estremamente grave che su un tema di grande importanza, quale la gestione della Banca MPS la maggioranza si sia divisa, e che, allo stesso tempo, abbia già trovato voti “supplenti” per sostenere le scelte del Sindaco. Proprio quel partito di maggioranza, che tante energie ha profuso per modificare leggi elettorali che garantissero chiarezza di schieramenti, governabilità, eccetera, quando si trova di fronte a scelte che risultano importanti per il proseguo dell'amministrazione trova, senza perdere troppo tempo, scorciatoie per garantire la “continuità”, tradendo però proprio quei principi che erano stati la motivazione delle “nuove” leggi elettorali (la scelta del sindaco e della sua maggioranza sin dalla scheda elettorale).
Proprio degli ottimi allievi di Machiavelli: il fine (il mantenimento del potere) giustifica ogni mezzo compreso naturalmente qualche “piccolo” ribaltone.

Per questi e per altri motivi di ordine nazionale, come il sostegno del PD al governo Monti e alle sue controriforme sulle pensioni e sul lavoro, siamo sempre più convinti della giustezza della scelta di non sostenere più questo centrosinistra che già un mese fa abbiamo comunicato pubblicamente alla cittadinanza tramite la stampa.



Francesco Andreini (segretario circolo PRC Siena “Viro Avanzati”)
Matteo Mascherini (segretario provinciale PRC Siena)

4.05.2012

Il Governo conferma la manomissione dell'art. 18. La responsabilità è del PD

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«Il governo conferma la manomissione dell’articolo 18 e toglie il diritto al reintegro certo in caso di licenziamento illegittimo. Si costruisce un meccanismo farraginoso che spinge il lavoratore ad accettare una conciliazione economica e poi si scarica sui giudici ogni responsabilità aprendo la porta a comportamenti diversi da luogo a luogo e togliendo ogni sicurezza ai lavoratori dell’effettiva efficacia dell’articolo 18. Si passa da un diritto ad una monetizzazione e si fa un ulteriore passo per trasformare il lavoratore in una merce. Per questo l’articolo 18 andava lasciato immutato ed è gravissimo che il PD si presti a questa distruzione dei diritti dei lavoratori: a questo punto il governo Monti arriva dove non era arrivato il governo Berlusconi, è peggio del governo Berlusconi, e questa è una precisa responsabilità del Partito Democratico».


Roma, 4 aprile 2012