"Cupola di Roma", nell'inchiesta anche molti personaggi del centrosinistra. Il dossier del Prc di Roma nel 2013

Mentre tutti i fari dei mass media nel raccontare l’inchiesta “Mondo di mezzo” vengono puntati su Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana, a piazzale Clodio la sensazione è che siamo solo al principio di un sisma destinato a propagarsi coinvolgendo ampie fette di centrosinistra.

Il governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Di Marco Bersani, tratto dal numero di marzo del Granello di sabbia. La crisi sovverte e modifica il quadro geopolitico internazionale, mutando i rapporti di forza a livello internazionale e rimettendo in discussione egemonie storiche, sinora date per indiscutibili.

Preparare la manifestazione del 29

Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale...

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti

Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria.

5.26.2012

Sulla crisi del comune di Siena


In merito alla crisi che il Comune di Siena sta attraversando prendiamo atto delle dimissioni del Sindaco come esito del mancato voto al bilancio consuntivo del 2011 con il relativo sfaldamento della coalizione che aveva portato alla elezione di Ceccuzzi. Ben 8 consiglieri della maggioranza, di cui 7 del PD, hanno scelto di votare contro accettando la conseguente caduta della Giunta. Queste dimissioni, che sembra porteranno al commissariamento prefettizio del Comune e successivamente a nuove elezioni, speriamo possano essere un atto di rottura definitivo con la tradizionale spartizione delle nomine tra pochi capo-bastone e grandi elettori, favorita, del resto, dalla legge elettorale vigente dal 1993. Legge sostenuta all’epoca dal PDS la quale, svincolando l'elezione del Sindaco da quella del Consiglio, favorisce questo tipo di politica: è il sindaco che prende le decisioni e discute (tratta) le nomine con chi vuole mentre la funzione dei consiglieri si riduce al controllo a posteriori -per quelli che lo vogliono fare!-. C'è però un problema che nessuna legge elettorale pare riesca a risolvere: in questo modo non si riesce mai a mantenere tutte le promesse, aperte o sottintese, che si fanno in campagna elettorale. Ciò, particolarmente a Siena, ha comportato ogni volta ripartire da zero, da un sindaco ad un altro, con proclami di discontinuità con chi aveva governato precedentemente, per rilanciare un immagine nuova da rendere più “appetibile” e così Ceccuzzi si è presentato in discontinuità con Cenni che a sua volta si era presentato in discontinuità con Piccini, mentre avrebbe dovuto essere la coalizione che si sottoponeva a verifica, tra i partiti e le diverse opzioni programmatiche e i cittadini elettori. Non a caso, il tentativo "ceccuzziano" di “rinnovare” e “salvare Siena” è stato portato avanti con la stessa logica, con i programmi che scompaiono indistintamente sullo sfondo e la sola ricerca delle alleanze, anche dopo le elezioni. Come esempio di ciò possiamo citare i processi poco chiari che hanno portato alla nomina dei nuovi amministratori del MPS senza un chiaro e condiviso progetto per la banca. Anche la vicenda del rinvio di precise decisioni su due importanti questioni come l'aeroporto di Ampugnano e il regolamento edilizio, già eluse nella precedente legislatura, sembrano potersi leggere con l’ esigenza di mantenere in piedi uno schieramento eterogeneo tralasciando volutamente gli aspetti programmatici. Il tema aeroporto non è stato affrontato, mentre dal 2000 al 2011 sono andati in fumo ben 13 milioni di euro per ripianarne i debiti, perché all'interno del PD, ma anche in altri partiti della coalizione, si trovano opinioni opposte. Il Regolamento Edilizio ha sollevato lo stesso problema con chi voleva far pesare più di altri le relative perplessità espresse dalle associazioni di categoria. È la solita logica della sopravvivenza; si evitano temi spinosi spostandoli in avanti ed evitando di discuterli e approfondirli. Questo sistema, a Siena, ha potuto dispiegarsi sino a ieri grazie alle ingenti risorse provenienti dalla Fondazione e destinate ai servizi e socio-assistenziali e culturali che permettevano una discreta qualità della vita ed anche un forte consenso elettorale al centrosinistra dovuto al senso di “elargizione” di tanti servizi consentendo contemporaneamente al potere politico di evitare di colpire gli interessi dei grandi detentori di rendite immobiliari e commerciali. Il Partito della Rifondazione Comunista non è esente dall’aver assistito da dentro la maggioranza a tali processi ultradecennali nonostante abbia espresso sovente delle denunce politiche contro tali degenerazioni e fatto anche delle proposte politiche per cambiare la situazione che però non sono quasi mai state accolte dal Partito Democratico. Così come non siamo esenti da responsabilità sulla questione dell’acquisizione di Antonveneta, alla quale il Partito acconsentì con poche titubanze credendo alla favola della grande banca che potesse competere anche a livello internazionale per dare più utili alla Fondazione e quindi indirettamente aumentare la ricchezza per la città. Facciamo autocritica per tutto questo, convinti della necessità di approfondire insieme ai cittadini quali soluzioni adottare affinché la Banca e la Fondazione, nei diversi ruoli, ritornino ad essere uno strumento di redistribuzione della ricchezza affrontando al contempo la necessità di dotarsi di un chiaro profilo programmatico a tutela dei ceti più deboli. Intanto noi cominciamo questo nuovo percorso partendo dalla totale opposizione al Governo Monti e combattendo contro i suoi tagli ai trasferimenti agli enti locali e proponendo, a livello cittadino, una riformulazione maggiormente progressiva dell’addizionale IRPEF e una revisione dell’IMU, la quale, attualmente, agevola i fondi commerciali a scapito della prima casa e dei contratti a canone concordato utili alle famiglie in affitto. Infine, vogliamo che sia realizzato un molto più duro contrasto all’evasione fiscale sugli immobili – affitti in nero e IMU non pagata su case costruite abusivamente o in deroga– al fine di trovare le risorse per finanziare i servizi scolastici e socio-assistenziali revocando gli aumenti delle tariffe sugli stessi. 

Matteo Mascherini - Segretario Provinciale PRC Siena 
Francesco Andreini - Segretario Circolo PRC di Siena “Viro Avanzati”

5.22.2012

Le elezioni delle C. T. C. sono state annullate!

 Le elezioni delle consulte territoriali, fissate per domenica 27 Maggio sono state annullate. L'ultimo colpo di coda di un Partito Democratico e una coalizione di centrosinistra in disfacimento è stato quello di annullare questa prima prova democratica dopo il terremoto!

5.16.2012

Sulle elezioni delle Consulte Territoriali

Domenica 27 maggio a Siena si voterà per eleggere le cinque Consulte Territoriali dei Cittadini (C.T.C) del Comune di Siena. Con questo voto i cittadini senesi eleggeranno i 13 componenti della propria Consulta Territoriale, i quali eserciteranno il proprio ruolo a titolo totalmente gratuito. Il circolo PRC "Viro Avanzati" di Siena si presenterà in lista con il Circolo "Città Domani" di Sinistra per Siena. 


Di seguito l'elenco dei candidati per ogni Consulta territoriale. 






Come si vota.
Le elezioni si svolgeranno domenica 27 maggio, dalle ore 8 alle ore 21, in dodici seggi costituiti su base territoriale, accorpando quelli utilizzati nelle consuete tornate elettorali. Hanno diritto di voto tutti i residenti nel territorio del Comune di Siena, italiani e stranieri, che abbiano compiuto 18 anni alla data del 22 aprile 2012, giorno della pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali. Per votare non occorre il certificato elettorale, mentre è necessario esibire al presidente di seggio un documento di riconoscimento valido. Ogni elettore può esprimere il proprio voto tracciando un segno sul contrassegno della lista prescelta. E’ possibile esprimere due preferenze, una delle quali deve riguardare un candidato di genere maschile l'altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.


Dove si vota.



PER SAPERE IN QUALE CONSULTA SEI INSERITA/O

5.15.2012

Contro le prove INVALSI e lo smantellamento della scuola italiana

Il Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Siena vuole con il presente comunicato esprimere la più profonda e sincera solidarietà alla FLC_CGIL Toscana, che per la data di ieri ha indetto uno sciopero a livello regionale, ai COBAS, che hanno indetto scioperi articolati in diverse date per ordine di scuola che si concluderanno mercoledì 16 Maggio nelle medie superiori, e soprattutto a tutti gli studenti, aderenti all'Unione degli Studenti e al Collettivo Cohiba, che anche nella provincia senese stanno lottando per boicottare i test INVALSI e dire no allo smantellamento della scuola pubblica italiana. Il governo Monti, infatti, come i precedenti sia di centro destra che di centro sinistra, intende tagliare ulteriori fondi alla scuola, mentre afferma retoricamente che la scuola è un volano per lo sviluppo. Se anche i “professori” tolgono alla scuola fondi necessari per qualificare l’insegnamento, l’apprendimento e l’organizzazione amministrativa del comparto scolastico quale futuro si prepara per la formazione umanistica e tecnico-scientifica delle giovani generazioni nel nostro Paese? In assenza di fondi per strutture e didattica, la scuola italiana si trasforma sempre di più in un’istituzione finalizzata più all’assistenza che alla formazione. La qualità, che dovrebbe essere il risultato di un processo omogeneo di apprendimento, scandito su base nazionale, viene delegata ai singoli istituti o reti di scuole e misurata da valutatori esterni attraverso i test INVALSI e le certificazioni di efficienza (per ora sperimentali) previste dal sistema VALES. L’alternativa, quindi, alla scuola pubblica e qualificata è la scuola aziendalizzata (e gerarchizzata al suo interno) e di “eccellenza” ( perciò competitiva e selettiva). La conseguenza sarà che le scuole di ogni ordine e grado verranno distinte in gradi diversi secondo una logica premiale che favorirà le “migliori”. Le prove INVALSI ne sono un esempio. Destinate alle scuole di ogni ordine e grado, con lo scopo di “misurare” i rendimenti in lingua italiana e matematica, al fine di omologarle ad astratti “livelli formativi europei”, di fatto inseriscono un criterio di divisione tra istituti. Esse vanno in direzione contraria a ciò che la scuola dovrebbe fare, ovvero creare le condizioni per un apprendimento critico e creativo. Sono ,invece, coerenti col sistema competitivo che caratterizza l’organizzazione del lavoro funzionale al capitale (non a caso la CONFINDUSTRIA le sostiene). Se consideriamo le novità che stanno per essere apportate in campo normativo, l’orientamento generale appare più chiaro. Il 22 marzo 2012 la VII Commissione della Camera ha approvato un testo che prevede lo stravolgimento degli organi di governo della scuola e l’ingresso dei privati nel Consiglio d’Istituto, per l’occasione rinominato “Consiglio dell’Autonomia”( un eufemismo per non scrivere “Consiglio di Amministrazione”), il quale sarà il vero programmatore delle attività della scuola, subordinando a sé le funzioni del Consiglio dei Docenti (non più Collegio). A ciò si aggiungerà l’”Autonomia statutaria” di ogni singolo istituto, per cui ogni scuola dovrà elaborare il proprio Statuto che regolerà “l’istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi interni nonché le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica”. Aumenterà il potere dei Dirigenti Scolastici, i quali assumeranno prerogative che in precedenza condividevano con altri organi, in primis col Collegio dei Docenti. Gravi sono le conseguenze della “riforma” Gelmini che ha aumentato il numero degli alunni per classe in ogni ordine della scuola, ha portato alla scomparsa del team e delle compresenze degli insegnanti nella scuola primaria, alla riduzione delle ore istituzionali di insegnamento ed alla conseguente difficoltà di predisporre tempo pieno e tempo prolungato, alla riorganizzazione oraria delle attività disciplinari nelle scuola medie di primo e secondo grado con la progressiva scomparsa o ridimensionamento di aree disciplinari (musica, discipline artistiche e tecniche, storia dell’arte), alla fine delle sperimentazioni, alla liceizzazione delle scuole e, quindi, alla scomparsa de facto del valore legale del titolo di studio, alla riduzione delle ore di laboratorio negli Istituti Professionali e Tecnici, ecc. Di fatto un grave impoverimento culturale e materiale della scuola pubblica (a vantaggio della privata non sottoposta ai medesimi vincoli) rappresentato in maniera esemplare dalla riduzione di circa 150.000 posti di lavoro (docenti ed amministrativi) in poco più di 10 anni, 80.000 dei quali conseguenti alla “riforma”. Nelle scuole si respira rabbia e rassegnazione. Per questo, gli scioperi dei COBAS, della FLC_CGIL Toscana e la mobilitazione nazionale degli studenti superiori dell'UDS e non solo, sono l’occasione per far ripartire anche nella scuola l’opposizione sociale e per organizzare iniziative che coinvolgano la gente tartassata da politiche di “risanamento”, in verità “una patrimoniale alla rovescia” che taglia il necessario ai lavoratori dipendenti, ai pensionati, ai disoccupati per dare invece al capitale globalizzato della finanza, dei servizi e dell’industria. 


 Alfredo Camozzi - Dipartimento Conoscenza Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Siena

5.08.2012

Sulle elezioni a Sarteano

Nonostante molti ci dessero per estinti, riteniamo che il 6,8% dei consensi ottenuti dalla lista di Rifondazione Comunista a Sarteano sia un buon risultato. Questo dato è frutto di un sfida che abbiamo deciso di ingaggiare nei confronti dall’egemonia soffocante del Partito Democratico e delle sue politiche di compatibilità con l’austerità che tanti disagi stanno creando ai lavoratori e alle famiglie. In questa campagna elettorale il PRC ha ritrovato compagne e compagni che, nonostante tutto, non si sono rassegnati all’accettazione passiva di un quadro politico immutabile. In questi tempi di delusione e antipolitica, possiamo andare fieri del nostro risultato ottenuto grazie all’impegno dei candidati nella lista di Rifondazione. Perciò, nonostante la mancata elezione di un nostro consigliere, impedita da leggi elettorali maggioritarie e dalla ulteriore riduzione degli spazi per voci alternative in consiglio comunale, riteniamo che il percorso da poco ravviato potrà rafforzare la presenza dei comunisti e degli anticapitalisti in val d’Orcia. 


Matteo Mascherini Segretario provinciale PRC Siena

Elezioni amministrative: una prima lettura dei risultati

 di Gianluigi Pegolo

La recente consultazione elettorale amministrativa non può essere derubricata come semplice passaggio politico, alla stregua di altre analoghe consultazioni che si sono tenute in questi ultimi anni. Le novità politiche che si sono prodotte in questa circostanza, infatti, sono di tale portata da gettare più di una luce sulle dinamiche che attraversano il corpo elettorale del nostro paese. Naturalmente occorre avere l’attenzione di considerare il voto amministrativo per quello che è, tenendo conto cioè delle sue peculiarità. Il primo dato che è stato giustamente messo in rilievo da più esponenti politici e commentatori, è stata la crescita dell’astensionismo, misurabile nell’ordine del 7% circa. Quello che invece è stato messo un po’ in ombra è che il fenomeno presenta differenziazioni sul piano territoriale, essendo più concentrato al nord. Se l’astensionismo riflette una disaffezione alla politica, si può allora sostenere che il centro nord del paese è la parte che oggi è più attraversata da una crisi del senso di appartenenza ai partiti e di sfiducia nelle istituzioni, anche locali. Ciò non significa che al sud, all’opposto, vi sia un più radicato senso delle istituzioni, ma probabilmente che qui la dimensione politico-istituzionale, mediata spesso dal clientelismo e certamente più centrale nella vita sociale, conserva un suo peso maggiore. Non casualmente, il fenomeno Grillo, altra grande novità di queste elezioni, si distribuisce geograficamente in modo pressoché analogo sul piano territoriale, costituendo, almeno per ora, un fenomeno tipicamente centro settentrionale. La sommatoria dei due fenomeni tende ancora di più a differenziare le dinamiche politiche ed elettorali fra le due principali aree del paese. Sul fenomeno Grillo vi sarebbe molto da dire. E’ chiaro che esso è la risultante di un’azione reiterata di delegittimazione del sistema politico veicolata dai mass media, ma la sua estensione fa pensare a qualche cosa di più. Non può sfuggire l'importanza assunta, a tale riguardo, dalla crisi che percorre il paese sul piano sociale, il senso di delusione di massa che essa produce, lo smarrimento e il senso d’impotenza che si diffonde in assenza di una risposta adeguata. Astensionismo e grillismo alterano profondamente gli equilibri politici locali. Non si dispongono a oggi di serie analisi sui flussi elettorali che consentirebbero di validare alcune ipotesi, tuttavia quel che è certo è che questi fenomeni hanno come corrispettivo la crisi di gran parte del quadro politico. Dalle elezioni amministrative esce devastato il centro destra, sia nel caso del PdL, che in quello della Lega. Analizzando in prima battuta i comportamenti elettorali nei 26 comuni capoluoghi di provincia, i risultati sono sorprendenti. Il PdL perde rispetto alle precedenti amministrative qualcosa come più della metà dei suoi consensi in termini percentuali, rispetto alle regionali quasi i due terzi. Una tale disfatta non potrà che avere effetti dirompenti e il voto annuncia la possibilità di una grande ristrutturazione nella destra italiana, specie in considerazione del fatto che il centro, del cui successo molti non avevano dubbi, si attesta sulle percentuali delle scorse amministrative e subisce un ridimensionamento rispetto alle regionali. Tuttavia, non solo Il PdL è scosso da una grave crisi, ma ciò vale anche per la stessa Lega. Il caso Verona, con il successo di Tosi, resta la classica “rondine che non fa primavera”. Il dato aggregato, infatti, evidenzia una crisi fortissima. Il fatto che in termini di peso percentuale la Lega conservi sul piano amministrativo più o meno la forza di cinque anni fa non modifica per nulla questo giudizio, dato che dal 2007 a oggi la sua crescita era stata di tali proporzioni da non giustificare in alcun modo il livello di consensi ottenuto in questa consultazione. Il confronto più significativo e illuminante è, infatti, quello con le regionali. In questo caso si assiste a un vero e proprio crollo. In percentuale la Lega perde qualcosa come i due terzi del suo peso. Naturalmente, sia nel caso del Pdl che della Lega nord, all’origine di questa disfatta stanno vicende che rimandano alla fallimentare esperienza del governo Berlusconi. Nel caso specifico della Lega, poi, si aggiunge la vicenda recente sulla gestione delle risorse che ha inferto un duro colpo alla credibilità di un partito che era uscito malconcio e insoddisfatto dall’esperienza di governo. Le elezioni amministrative, tuttavia, indicano che sui comportamenti degli elettori la crisi agisce e in particolare cresce il rifiuto delle politiche del governo Monti. E, infatti, tutte le forze di governo, seppure in modo molto diverso sono penalizzate. Si è detto del PdL, il cui crollo è rovinoso e della flessione, sebbene non così marcata, del terzo polo, ma anche lo stesso PD non ne esce indenne. E, infatti, a dispetto delle dichiarazioni dei dirigenti di questo partito, il risultato non è tranquillizzante. Il Pd, infatti, subisce una flessione percentuale sia rispetto alle precedenti amministrative, sia rispetto alle ultime regionali. In questo secondo caso la flessione è più consistente giungendo a circa un terzo del peso percentuale. L’elemento che offusca queste dinamiche è il fatto che nonostante questi andamenti, il PD avvantaggiandosi del crollo del centro destra, è in grado di accrescere la propria presenza nelle istituzioni locali, concorrendo con buone possibilità per la conquista della maggioranza delle amministrazioni dei comuni capoluoghi e quindi ribaltando i rapporti di forza a livello locale. Ma si tratta, per l’appunto, dell’effetto di una crisi più marcata degli avversari, che cela comunque una crescente difficoltà - nonostante le smentite – a reggere una collocazione di governo sempre più penalizzante. Di per sé, questo fatto, e cioè la perdita di consensi fra le forze di governo impegnate nel sostegno di scelte dichiaratamente liberiste, non è nello scenario europeo un’anomalia. I casi della Francia e della Grecia sono a tale riguardo indicativi. Il punto è che, a differenza di questi, la dinamica che si produce nel nostro paese non trascina la crescita della sinistra. IdV, SEL, e la stessa FdS, pur presentando risultati più incoraggianti del PD, tuttavia non sfondano. Si può discutere del perché ciò avvenga. E’ chiaro che la scarsa mobilitazione sociale non ha favorito l’affermarsi di posizioni alternative, né i tempi e le modalità della crisi sono eguali a quelli di altri paesi, come nel caso della Grecia. Il PD, inoltre, non presenta ancora uno stato di crisi così accentuato come il PasoK. In ogni caso il vento del cambiamento che aveva attraversato la scorsa competizione amministrativa non si è esaurito. I casi di Palermo e di Genova, con il successo di Orlando e Doria, ci parlano di una domanda di alternatività e discontinuità che è presente nell’elettorato progressista. In questo contesto un ragionamento va fatto anche sulla FdS. Il risultato globale è di tenuta, attestandosi sui livelli raggiunti negli stessi comuni in occasione delle scorse elezioni regionali e cioè intorno al 2.3 – 2,5%. L’approssimazione è d’obbligo, poiché la FDS in queste elezioni nei comuni capoluogo si è presentata in diversi casi con liste unitarie di sinistra, che peraltro hanno avuto un buon risultato. E’ il caso della Sicilia, dove il risultato ottenuto dalla lista con i Verdi che sosteneva Orlando è stato davvero rilevante, anche se non sufficiente a raggiungere e superare la soglia del 5% necessaria in questa regione per ottenere una rappresentanza. Buoni risultati hanno ottenuto anche altre liste unitarie in Sicilia. In ogni caso, questo risultato, in considerazione del fatto che si ottiene nei comuni e in realtà in cui la FDS di solito non presenta grandi potenziali elettorali, suona come una conferma indiretta di alcuni sondaggi positivi sul voto politico. In queste elezioni nei comuni capoluogo non si sono sperimentate solo liste unitarie di sinistra, ma anche coalizioni alternative al centro sinistra. Queste coalizioni, presenti in otto casi su 26, registrano andamenti diversi. Se nei casi siciliani, oltre che a quello di Asti, i risultati sono più che lusinghieri, lo stesso non si può dire per altre realtà, come a Parma, a Frosinone e in due città pugliesi, Brindisi e Taranto. In tutte queste realtà all’origine della rottura vi sono stati dissensi con il centro sinistra in ordine al perimetro dell’alleanza, per l’intenzione del PD di aprire la coalizione a forze centriste e in taluni casi di destra, ma anche per dissensi di merito sulle scelte politiche compiute nell’ambito amministrativo. I risultati qui sono scarsi e testimoniano di difficoltà nella costruzione di schieramenti alternativi adeguati. In ogni caso sono prevalsi anche in questa tornata elettorale le coalizioni di centro sinistra, il cui andamento riflette, in primo luogo, lo stato di salute della FDS nei vari territori. Buoni risultati si ottengono fra l’altro a Belluno, Gorizia, Rieti, la Spezia, Como, Lucca, L'Aquila, Isernia. Maggiori difficoltà si riscontrano in altre realtà. Le differenze nei comportamenti registrano, alla fin fine, peculiarità locali e i diversi gradi di radicamento delle forze della federazione.



In ricordo di Gabrio Avanzati


Contro le politiche del governo Monti

5.07.2012

Verso il 12 Maggio


Buone notizie dall'Europa

  di Paolo Ferrero 


I risultati delle tornate elettorali che si sono svolte ieri in Europa sono complessivamente molto positivi. 
1) In Grecia i partiti che hanno gestito il Memorandum e le politiche di tagli sono stati duramente puniti e non hanno la maggioranza dei consensi. Syriza - che fa parte del Partito della Sinistra Europea ed ha la nostra stessa linea - è andata molto avanti e sono andati bene il KKE che esce rafforzato dalle elezioni e ha preso voti anche Sinistra Democratica che si pone a metà strada tra Syriza e il Pasok. Giustamente Syriza aveva proposto prima delle elezioni una alleanza di sinistra a KKE e SD: se fosse stata fatta, grazie al premio di maggioranza, le forze della sinistra - che sono contro il memorandum - potrebbero oggi governare la Grecia, uscendo così da sinistra dalle politiche europee. Il settarismo del KKE e la moderazione di SD hanno impedito questa alleanza che avrebbe corrisposto agli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici greche e avrebbe potuto determinare un vero terremoto in Europa. Vedremo nelle prossime ore se le forze di sinistra riusciranno comunque a capitalizzare l'ottimo risultato raggiunto. 
2) In Francia Hollande ha vinto contro Sarkozy e questo è un buon risultato. Vedremo dopo le elezioni legislative i reali rapporti di forza parlamentari e quindi il peso che potrà avere il Front de Gauche e il peso al contrario delle spinte centriste. In ogni caso la vittoria di Hollande apre una crepa nelle politiche europee a trazione tedesca e questo è buono. 
3) In Germania abbiamo la sconfitta della coalizione di governo della Merkel e questo è un risultato positivo. Abbiamo però parallelamente la sconfitta della Linke e il crescere in particolare di verdi - che in Germania sono molto moderati - e pirati, che esprimono una protesta contro il sistema politico che anche noi in Italia conosciamo. La settimana prossima vi saranno elezioni regionali più importanti (nel lander più popoloso) e vedremo li cosa succede ma in ogni caso che la Merkel non riesca a costruire consenso sulla sua linea è assolutamente positivo. 
4) In questo contesto vi è una generale avanzata di forze razziste e di estrema destra, in Grecia dichiaratamente naziste. Il fenomeno è molto pericoloso ma dobbiamo affrontarlo in modo razionale: la crescita delle destre è una risposta reazionaria al fallimento delle politiche europee. Battere le politiche europee attraverso un movimento di massa antiliberista e togliere l'acqua in cui nuotano le destre estreme sono le due facce della stessa medaglia. Da questo punto di vista sia in Grecia che in Francia la Sinistra ne esce molto rafforzata ed in grado di giocarsi la partita sia contro le destre tecnocratiche che contro le destre populiste. La partita si gioca come sempre a livello di massa e su questo terreno siamo messi meglio oggi che prima delle elezioni.

5.03.2012

“Nella gara al meno peggio si finisce per affogare nel mare in cui si sputa per non annegare”

 Riguardo al Consiglio Comunale di Venerdì 27 Aprile. 


La maggioranza consiliare del Comune di Siena non esiste più. Era già successo recentemente, su una mozione riguardante la Fondazione MPS, ma questa volta è più grave, perché il tema è il bilancio consuntivo 2011. E' vero che questo consiglio e questa giunta ne sono responsabili "solo" per i 7/11, come lo stesso sindaco ha affermato nella replica al dibattito, ma la coalizione che governa è la stessa, quindi qualche problema c'è… Sempre sul bilancio era avvenuto un episodio simile nella precedente giunta, e i "dissidenti" appartenevano allo stesso "gruppo" politico, ma quella volta la "scissione" rientrò, e i "dissidenti" si rimisero in linea con un ordine del giorno che faceva promesse non rispettabili nel futuro. Per i termini dello scontro dentro il PD è però evidente che stavolta i cocci del vaso si stanno polverizzando e una notte dei lunghi coltelli pare profilarsi con la dead line dei 60 giorni che la giunta ha per ripresentare e far approvare il bilancio consultivo; qualora, invece, funzionasse la leva del “senso di responsabilità” che vuole evitare un commissariamento del Comune, il bilancio verrà approvato e la Fondazione farà in modo di certificare che quegli 11,6 milioni promessi al Comune saranno stanziati “ufficialmente” e, pertanto, sarà approvato un consuntivo vero a metà ma meno falso di quello che stava per andare in approvazione con dei semplici “rimproveri” da parte del collegio dei revisori. Anche qualora si arrivasse a questa soluzione, grazie ad un rientro dei voti della componente Margherita, è evidente come il sistema di potere decennale costruito dal PD vada in frantumi su tutti i livelli e a niente servirà sostituire gli ex seguaci dello scudo crociato con altri seguaci attuali del medesimo scudo. D’altronde, una città ed una provincia abituata a distribuire le prebende della Fondazione senza mai far pagare davvero chi ha di più è normale che si trasformi in un castello di carte pronto a cadere per terra. Come Partito della Rifondazione Comunista siamo sempre più convinti della scelta operata mesi fa di uscire dalla maggioranza che guida questa città al fine di dare ad essa una prospettiva alternativa insieme a tutte le forze della sinistra che vorranno starci. In quanto comunisti riteniamo imprescindibile denunciare le ipocrisie di chi si era presentato allo sciopero dei lavoratori dell’università dello scorso 24 aprile portando il suo appoggio e la sua solidarietà ai lavoratori e poi fa votare al suo rappresentante nel C.d.A. dell’Università quel bilancio che sancisce la riduzione relativa del deficit strutturale solo grazie alla decurtazione dei salari dei lavoratori stessi. Siamo pienamente consapevoli che la nostra posizione politica si situa in un crinale difficile, dove rischiamo assiduamente la contiguità con forze politiche - di centrodestra o populiste - che niente hanno a che vedere con i valori e le istanze della sinistra, ma in una situazione di crisi generale il nostro difficile lavoro deve consistere proprio nel denunciare i “troiai” del potere da qualunque parte vengano compiuti senza rinunciare mai a lottare contro di essi ed a fornire proposte per risolvere gli impellenti problemi sociali che vedono i cittadini completamente stritolati dalla morsa del carovita e della disoccupazione. Per questi motivi diciamo ai cittadini che il problema non sarà tanto se verrà il commissario governativo oppure no, quanto il fatto che, tra i tagli del governo Monti (sostenuto nel parlamento dal PD) e quelli imprescindibili a causa della “secca perpetua” della Fondazione MPS, o riusciamo a mettere in moto una rivolta veramente generale che sia in grado di farci riappropriare della gestione del credito, della politica industriale, della garanzia dei diritti sociali oppure ogni tentativo rivolto al meno peggio sarà semplicemente come risputare nel mare in cui stiamo affogando! 

Francesco Andreini - Segretario Circolo PRC Siena “Viro Avanzati” 
Matteo Mascherini – Segretario Provinciale PRC Siena