"Cupola di Roma", nell'inchiesta anche molti personaggi del centrosinistra. Il dossier del Prc di Roma nel 2013

Mentre tutti i fari dei mass media nel raccontare l’inchiesta “Mondo di mezzo” vengono puntati su Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana, a piazzale Clodio la sensazione è che siamo solo al principio di un sisma destinato a propagarsi coinvolgendo ampie fette di centrosinistra.

Il governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Di Marco Bersani, tratto dal numero di marzo del Granello di sabbia. La crisi sovverte e modifica il quadro geopolitico internazionale, mutando i rapporti di forza a livello internazionale e rimettendo in discussione egemonie storiche, sinora date per indiscutibili.

Preparare la manifestazione del 29

Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale...

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti

Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria.

9.22.2012

Accorpamenti e spending review: stiamo buttando via il bambino per berci l'acqua sporca

In questi giorni il dibattito sull’accorpamento delle province ha scatenato un’intensa opera di proposte e posizionamenti delle varie forze politiche ognuna impegnata nel lamentarsi dell’accorpamento e, al contempo, propagandare Siena come capoluogo di non si sa bene cosa (Grosseto?, Arezzo?, entrambe?)
Leggendo ad esempio il resoconto scaturito dall’iniziativa organizzata dal PD su questo tema, siamo rimasti confusi nel sentire dichiarazioni come quelle del responsabile provinciale degli enti locali Biagianti il quale, ci sembra di capire, veda con angoscia la mancanza di democrazia che si verrebbe a creare con l’istituzione di superorganismi composti da poche persone non elette dai cittadini e s’interroga con preoccupazione su come poter salvare e razionalizzare le funzioni e i servizi che attualmente svolgono le province. Siamo pienamente d’accordo ma… ci sembra di notare un’ipocrita schizofrenia nel sentir chiedere ai propri parlamentari di non appoggiare una riforma che hanno già provveduto a sostenere. Tutto ciò ha dell’assurdo e raggiunge il grottesco se ci sommiamo il fatto che non è carino fingere di preoccuparsi del corretto riordino dei servizi ai cittadini dopo aver votato in parlamento le “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica” meglio nota come Spending Review, la quale non riduce per nulla selettivamente gli sprechi e la spesa pubblica inutile, come contestato dal nostro Partito al Presidente Monti nella sua giratina a Siena, ma serve ad aumentare i tagli agli Enti Locali, alla sanità, ai servizi.
Il Partito della Rifondazione Comunista è cosciente del sentimento di repulsione verso la politica che anima il popolo. E siamo anche coscienti di come ciò generi una confusa disattenzione verso i problemi della rappresentanza democratica che viene ormai disegnata dai media come un costo del tutto improduttivo. Se siamo giunti a questo, però, non è colpa della troppa democrazia (che per noi è controllo dal basso da parte dei cittadini sulle azioni degli eletti) bensì del suo esatto opposto. Come esempio di ciò possiamo portare le privatizzazioni di tutti quei servizi pubblici che venivano svolti dai lavoratori direttamente impiegati dai Comuni e le Province i cui costi potevano essere controllati mentre da anni si è moltiplicato a dismisura il ricorso alla creazione e al foraggiamento di appalti e, soprattutto, di società partecipate (per la Provincia di Siena parliamo di circa 20) che a loro volta hanno consigli di amministrazione che prevedono per i loro membri indennità di molte decine e in qualche caso di centinaia di migliaia di euro (pensiamo ai Presidenti di Apea, di SienAmbiente di Siena Casa, dell’Aeroporto di Ampugnano etc.) E’ evidente come questi enti derivati abbiano creato dei “postifici di lusso” ad uso indiscriminato dei partiti politici che gestiscono il potere.
Se quanto detto sin qui è il vero motivo fondante del sentimento generalizzato di antipolitica ci chiediamo come la soluzione a questi problemi possa essere la contrazione del numero delle province se ad essa corrisponde, ad esempio, il proliferare delle Unioni dei Comuni tanto care al PD e al PDL, anche'esse istituzioni delegate, elette dai consigli comunali e non sottoposte al voto ed alla partecipazione dei cittadini, in cui si rafforza la gerarchizzazione della politica e insieme la moltiplicazione degli enti e delle funzioni che creano posti di potere e costi aggiuntivi.

Le ragioni di fondo del nostro giudizio assai negativo sul provvedimento sono dunque chiarissime: in primo luogo, si tenta di azzerare il sistema di elezione democratica degli EELL, innalzando ulteriormente soglie di sbarramento e centralizzando tutti i poteri nei Presidenti; in secondo luogo, i tagli e il mutamento delle circoscrizioni provinciali (art.13 della Costituzione) lungi dal consentire risparmi – come indicato da un recente studio elaborato dal CERTET Bocconi – produrranno costi aggiuntivi per lo Stato e la Pubblica Amministrazione ingenerando caos e conseguenze pesanti per i lavoratori impiegati nei servizi (tanto più se in appalto) e i cittadini che di questi servizi avrebbero diritto di fruire come sancito costituzionalmente.
Infine, a proposito di PD e Costituzione, ci chiediamo come mai ben sette Regioni abbiano promosso contro l’art. 23 del DL 201/2011 un ricorso alla Corte Costituzionale ma tra queste non ci sia la Regione Toscana la cui Giunta ha scartato tale azione con l’unica contrarietà di Rifondazione Comunista. C'è da capire in questo quadro quali saranno le future mosse del Pd, se ci si fermerà alla “convegnistica” o se si farà realmente pressione sul Presidente della Regione Rossi per un'azione di contrasto all’implementazione di questo provvedimento.

Matteo Mascherini - Segretario Provinciale PRC Siena
Angela Bindi - Resp.le Provinciale Enti Locali PRC Siena

9.21.2012

Il concorso? No, grazie!

di Arianna Ussi – direzione nazionale PRC 

"L’estate si sa, per i precari della scuola, è foriera di amare sorprese. 
La storia recentissima ci insegna che, proprio nei mesi estivi, quando le attività didattiche sono terminate ed i riflettori sulla scuola si sono spenti, non bisogna abbassare la guardia. Il governo Berlusconi aveva elevato a prassi il cercare di far passare sotto silenzio, approfittando della pausa estiva, provvedimenti che hanno distrutto il sistema pubblico di istruzione, come la legge 133/2008 ed i tagli che ne sono seguiti negli anni successivi. 

Il governo Monti, che in quanto a smantellamento dei diritti costituzionali e dei lavoratori si è spinto ben oltre il suo predecessore, incarnando pienamente quel sovversivismo delle classi dirigenti di gramsciana memoria, non fa eccezione neppure sulla scuola. Ed ecco che il ministro dell’istruzione Profumo annuncia in pompa magna l’imminente pubblicazione di un bando di concorso che “aprirebbe la scuola ai giovani”. Peccato che la recente riforma del sistema previdenziale ed il conseguente innalzamento dell’età pensionabile abbia definitivamente chiuso le porte non solo della scuola, ma del mondo del lavoro, ai giovani. 

Ma questo concorso sarà davvero la panacea di tutti i mali che affliggono la scuola pubblica? Stando a quello che dicono i media, sembrerebbe di sì. I toni trionfalistici, da propaganda di regime, che hanno accompagnato in questi giorni l’annuncio del ministro Profumo si sono ormai radicati nell’opinione pubblica. Ma i precari della scuola non ci stanno e gridano al concorso-truffa. 

La verità è dietro la bandiera di uno sterile e strumentale giovanilismo e di una meritocrazia che con il merito non ha nulla a che fare, si nasconde un nuovo attacco ai diritti dei precari che, da anni, mandano avanti con la loro professionalità, la loro esperienza, la loro passione, la scuola pubblica italiana, garantendone il funzionamento. Docenti plurilaureati, pluriabilitati, con masters e specializzazioni, ed anni di esperienza viva sulle spalle, si troverebbero ad essere nuovamente esaminati con procedure alquanto discutibili, quali una preselezione comune a tutte le classi di concorso (una prova costituita da test uguali per tutti, modalità di per sé discutibile, e, ancor di più, se si tiene conto degli imbarazzanti errori contenuti nelle prove elaborate dal MIUR per l’ ammissione ai TFA) e, in una fase successiva, la simulazione di una lezione (ogni docente sa che non si può tenere una lezione “in astratto”, ma ci sono numerosi fattori che ne determinano l’indirizzo, in primis, gli alunni, con le loro intelligenze e le loro specificità, non riconducibili certo ad una lezione standardizzata). 

Il concorso non risolve affatto il problema del precariato, ma lo aggrava instaurando la guerra tra poveri, perché il numero dei posti banditi sull’intero suolo nazionale sarà talmente esiguo (11.892 cattedre) da non coprire neppure il turn over, e, soprattutto, perché scavalca e mira ad annientare le graduatorie ad esaurimento in cui sono inseriti circa 200.000 precari in attesa dell’immissione in ruolo che, in quanto abilitati, spetta loro di diritto. 

Ma, soprattutto, il nuovo concorso non risolverebbe affatto i problemi strutturali della scuola pubblica, in primis, quello dei tagli che hanno sottratto alla scuola 8 miliardi di euro, privandola delle risorse materiali, umane ed intellettuali necessarie a garantire agli alunni ed alle loro famiglie quel diritto allo studio che sta a fondamento della nostra Carta Costituzionale. 

Mettere in moto la costosissima macchina del concorso che, peraltro, non aprirebbe le porte ai nuovi laureati, ancora privi di abilitazione, per meno di 12.000 posti, quando per anni si sono tagliate risorse e posti di lavoro, è una pura mossa propagandistica pre-elettorale. Senza considerare i meccanismi clientelari che un concorso, per di più su base regionale, innescherebbe. 

E, se al concorso aggiungiamo la chiamata diretta dei presidi ed il tentativo di aziendalizzazione della scuola pubblica contenuto nel DDL 953 “ex Aprea”, il cerchio si chiude drammaticamente: l’intero sistema pubblico d’istruzione sarà smantellato. 

L’unica soluzione è costruire una forte mobilitazione che parta dai precari e si estenda a tutto il mondo della scuola, ed oltre, agli altri lavoratori. Forse saranno proprio i precari della scuola a far suonare la campanella e ad inaugurare il nuovo scolastico e, magari, a dare inizio ad una nuova stagione di lotte contro questo governo e contro tutti coloro che lo appoggiano".

9.07.2012

Afa e voglia di votare


La polemica che sta ravvivando gli ultimi giorni di quest'afa, e che sfiora a tratti una commedia greca, riguarda la presunta necessità per la città di Siena di andare al voto quanto prima; una necessità sostenuta fino ad oggi, pare, dal solo Partito Democratico. Una proposta che comunque ha occupato fin da subito le pagine dei giornali e il dibattito pubblico. come se l’abbandono da parte della maggioranza dell'ultimo Consiglio Provinciale (fatto forse mai accaduto in precedenza), le lotte dei lavoratori senza stipendio, le ditte che non riscuotono le fatture perché la Provincia ed i comuni hanno bloccato i pagamenti (perché da una parte c’è il Patto di Stabilità e dall’altra ci sono i bilanci -comunali e provinciali- condizionati dalle mancate erogazione della Fondazione e quindi privi di margini di manovra) o il futuro assetto istituzionale della Regione fossero questioni marginali, che non meritano discussioni pubbliche, forum o tavole rotonde: sono bazzecole, come diceva il Principe! E poi questi argomenti non fanno notizia o comunque è meglio tenerli nascosti per non "sparigliare" troppo le acque. 
Beh, cari PDini, generalmente le elezioni anticipate s’invocano quando il popolo ha bisogno di essere rappresentato e tutelato nei confronti del potere, ma è difficile che che il vostro fine sia stato questo. Come Partito non amiamo i commissari straordinari (basti vedere la nostra ferma opposizione a Monti), ma quando la politica sviluppa le sue radici nel potere e lo gestisce attraverso nomine e poltrone di aziende con ex sindaci, ex presidenti, ex assessori e questi, invece di essere al servizio del popolo, diventano specchio della finanza, dei titoli e delle manovre, rimangono due sole alternative: o il governo del popolo o i commissari. E siccome per il primo non siamo probabilmente ancora pronti, senza contare che esso contrasterebbe con logge e massoneria, l’unica scelta possibile rimane quella dei Commissari, augurandoci che essi non tradiscano i valori costituzionali. 
 Inoltre, perchè le nuove elezioni non siano solo manovre di palazzo con l’occupazione di poltrone prive di significato e di autorevolezza, la vera necessità non sta nell'anticipare le votazioni, quanto piuttosto nel ricreare una classe politica, rappresentante dei cittadini e non delle lobbie, una classe politica che divenga dirigente non per intrighi da palazzo o perchè sostenuta dalla stampa e dai poteri forti, ma al contrario una classe politica che rappresenti il popolo, priva di privilegi, che non abbia paura del palazzo e soprattutto che abbia in se rispetto, tensione ideale, coerenza, rigore, onestà e passione!

Continua la macelleria sociale

 dal Circolo PRC "G. K. Zhukov" di Poggibonsi

Dopo la riforma delle pensioni, la devastante riforma del mercato del lavoro, l'IMU sulla prima casa, l'aumento dell'IVA, l'aumento delle tasse sulla benzina, eccetera, ora il governo Monti si inventa una nuova devastante manovra che dietro l'innocuo nome di “spending review” cela un mare di tagli indiscriminati allo stato sociale ed ai servizi pubblici essenziali. La sanità e l'istruzione saranno i settori più colpiti assieme agli enti locali, provocando un peggioramento dei servizi ed un serio aumento dei costi per gli utenti. Nel testo definitivo varato dal Consiglio dei Ministri, fra le altre cose colpiscono: -tagli per 7,2 miliardi a regioni (3,2 mld), comuni (2,5 mld) e province (1,5 mld) che renderanno impossibile l'erogazione dei servizi attualmente gestiti e le agevolazioni per i cittadini meno abbienti; -tagli per 5 miliardi alla sanità che significano la chiusura di molti ospedali, la riduzione di decine di migliaia di posti letto, l'aumento dei tempi di attesa (già molto lunghi) per prestazioni specialistiche; -riduzione del 10% dei dipendenti pubblici con la conseguente riduzione degli orari di apertura degli uffici, oltre alla creazione di molte decine di migliaia di nuovi disoccupati. La “spending review” è l'ennesima vergogna prodotta dal governo trasversale dei partiti del grande capitale finanziario (PD, Pdl e UdC) che continua a colpire la grande maggioranza della popolazione senza intaccare le rendite di banchieri e speculatori. Vergogna che stride ancor di più col contemporaneo ulteriore rifinanziamento deciso dal governo delle missioni militari all'estero, del pozzo senza fondo (da 15 miliardi di euro) del progetto dei cacciabombardieri F-35, delle grandi opere inutili che resteranno incompiute, come la TAV in Val di Susa....

Fermiamo la speculazione

dal Circolo PRC "G. K. Zhukov" di Poggibonsi

La speculazione finanziaria non è un fenomeno naturale né inevitabile. E' il prodotto delle politiche assunte dall'Unione Europea, che hanno impedito alla BCE di rifinanziare direttamente gli stati, ma la obbligano, invece, a prestare denaro alle banche private a tassi d'interesse irrisori (sotto l' 1%) e costringono gli Stati a vendere i propri titoli alle stesse banche, che si fanno pagare interessi altissimi (intorno al 6% e oltre). I governi che si sono succeduti in Italia, come in molti altri altri paesi europei, invece di contrastare questo problema, hanno usato la minaccia della speculazione (cioè della mancata vendita dei propri titoli sul mercato e del conseguente default) come una clava per far accettare ai popoli europei controriforme devastanti, utili soltanto ai banchieri ed ai grandi capitalisti, dalla riduzione dei diritti dei lavoratori (e quindi dei salari), alla riduzione del costo delle pensioni, alla distruzione del welfare con la privatizzazione dei servizi. Queste riforme, peggiorano drasticamente il tenore di vita dei popoli, riducono la loro capacità di spesa, e quindi aggravano la crisi dell'economia reale. L'assenza di profitto nei settori produttivi produce nuova speculazione finanziaria, in un circolo vizioso che sta spingendo l'Europa verso il baratro.


RIFONDAZIONE COMUNISTA SI BATTE, INSIEME AGLI ALTRI PARTITI DELLA SINISTRA EUROPEA (dal Front de Gauche a Syriza, dalla Linke a Izquierda Unida) PER ELIMINARE ALLA RADICE IL RICATTO DELLA SPECULAZIONE SUL DEBITO PUBBLICO, TRASFORMANDO LA BCE IN UNA BANCA CENTRALE EFFETTIVA (come la FED negli USA o la Banca Centrale cinese), IN GRADO DI ACQUISIRE DIRETTAMENTE I TITOLI DEGLI STATI SUL MERCATO PRIMARIO AL TASSO UFFICIALE DELLO 0,75%.

9.04.2012

Scuola: il concorso e la propaganda di regime

di Vito Meloni 

C'è qualcosa di truffaldino nel modo in cui la stampa schierata a fare il tifo per il professor Monti “informa” sui provvedimenti del governo. Pochi giorni fa La Repubblica, che non vuole rinunciare al proprio ruolo di capofila dello schieramento, commentava le decisioni scaturite dall'ultimo Consiglio dei Ministri in tema di politica scolastica parlando di “svolta storica” e annunciando l'assunzione di ben 34.000 docenti. A scatenare l'entusiasmo dei giornalisti militanti di Repubblica l'annuncio che il 24 settembre verrà indetto un concorso ordinario, per titoli ed esami, per l'assunzione di 11.892 docenti per l'anno scolastico 2013/2014. Piccolo problema: se i posti messi a concorso sono quelli comunicati, come si fa a calcolarne quasi il triplo? L'inganno è presto svelato. Pur di accreditare la tesi di un impegno straordinario sulla scuola da parte del governo – addirittura in uno degli articoli si parla di “scuola al centro della crescita per far ripartire il paese” - si arriva a sommare le assunzioni di questo anno scolastico con quelle previste per il prossimo. E per sovrappeso ci si aggiungono anche i quasi 1.300 posti del concorso a dirigente scolastico da poco concluso! Un bel pout-pourri messo insieme ad arte per confezionare una notizia degna delle peggiori tradizioni della propaganda di regime. Chiunque segua con un minimo di attenzione le vicende della scuola sa che la situazione è ben diversa. L'azione del governo Monti sulla scuola non ha cambiato di una virgola le politiche del governo precedente. Anzi, per un verso ha assecondato il loro dispiegamento, facendo sì che si consolidasse lo sfascio delle controriforme e dei tagli della Gelmini. Per altro verso, ha introdotto nuovi tagli, non arretrando nemmeno di fronte alla dignità delle persone, come nel caso dei docenti inidonei per motivi di salute, pur di raggiungere qualche modesto risparmio. Il tutto senza mai rinunciare a promettere,  e perfino provare a dare, ulteriori finanziamenti alle scuole private, vera priorità di questo come dei precedenti governi. Altro che scuola al centro della crescita! Ma torniamo al concorso e alle assunzioni. Malgrado i posti tagliati dalla Gelmini, nonostante il rallentamento del turn-over dovuto all'innalzamento dell'età  pensionabile – da ultimo quello della riforma Fornero - ogni anno nella scuola è necessario assumere un certo numero di docenti a tempo indeterminato. Lo scorso anno scolastico la Gelmini fu costretta ad assumerne circa 31.000, imponendo però, grazie alla complicità dei sindacati di settore (Flc esclusa), il via libera al raffreddamento della dinamica salariale per i neo assunti. Per l'anno scolastico che inizierà tra qualche giorno è in corso l'assunzione di altri 21.000 docenti. Sono numeri importanti, ma quello che l'informazione mainstream non dice è che rappresentano solo la parte minore dei docenti di cui la scuola ha bisogno per funzionare. Dal 1° settembre infatti, concluse le immissioni in ruolo, gli uffici scolastici procederanno all'assunzione di decine di migliaia di docenti con contratto annuale, un vero esercito di precari, molti dei quali inserite nelle graduatorie ad esaurimento, che si sono ormai guadagnati l'appellativo di “precari storici”.  La vera causa del precariato scolastico non va dunque ricercata nell'eccessivo affollamento delle graduatorie, esso è solo l'effetto di molti anni di assunzioni centellinate con il contagocce - la Moratti le bloccò addirittura per un anno - che hanno artificiosamente inceppato il ricambio fisiologico degli insegnanti e il normale avvicendamento nelle graduatorie medesime.  È in questo contesto che cade il concorso uscito dal cilindro del ministro Profumo. Su di esso molto è stato scritto e molte critiche sono state avanzate, dalla falsità che sarebbe una opportunità per i giovani al suo costo eccessivo, alla probabile inaffidabilità dei test di accesso dopo le figuracce collezionate dal ministero su questo tema (l'unica ad aderire entusiasticamente è stata, guarda il caso, l'ex ministro Gelmini). Mi interessa qui soffermarmi su due aspetti. Il primo: il concorso ordinario viene presentato come uno strumento oggettivo per la selezione degli insegnanti più capaci, lasciando intendere che l'assunzione dalle graduatorie sarebbe una sorta di indistinta “ope legis” . Se si guarda alle esperienze passate, le obiezioni alla presunta validità meritocratica del concorso potrebbero riempire intere pagine. Ma la cosa che mi sembra più importante evidenziare è che le graduatorie ad esaurimento non sono riempite da docenti per caso, per accedervi i precari hanno dovuto seguire un percorso duro e superare molti ostacoli. Molti di loro si sono abilitati frequentando le SSISS, le Scuole di specializzazione per l'insegnamento, con test di accesso, due anni di corso universitario post-laurea ed esame finale. Gli altri si sono abilitati con i vecchi concorsi o con procedure speciali riservate a chi già insegnava. Esami a iosa, come si può vedere. Quasi tutti hanno diversi anni di insegnamento sulle spalle, tra loro circola la battuta che il più giovane ha i capelli bianchi. E vengo al secondo punto. Il ministro Profumo ha sempre presentato il concorso come una opportunità per i giovani insegnanti. Peccato che egli stesso abbia precisato che il concorso che intende bandire è riservato a chi è già abilitato, gli stessi cioè che sono già inseriti nelle graduatorie ad esaurimento o dei vecchi concorsi. In buona sostanza si darebbe vita ad una competizione tra chi è già in corsa per un incarico. La classica guerra tra poveri, gli unici esclusi sarebbero proprio i giovani. Sarebbe questa la via per dare risposte ai precari e ai problemi della scuola, ministro Profumo? Invece di affrontare e risolvere i veri problemi della scuola si parte dalla coda, confezionando soluzioni pasticciate, utili solo a tentare di guadagnare, con l'aiuto di organi di stampa acquiescenti, qualche facile consenso. Ripristinare i modelli didattici migliori, il tempo pieno nella scuola elementare e il tempo prolungato nella scuola media, il primo stravolto e il secondo reso residuale dalle controriforme; ridurre l'affollamento delle classi che ha raggiunto livelli intollerabili; ridare alla scuola le risorse che le consentano di adempiere il suo mandato educativo; riportare le scuole a dimensioni che ne consentano la gestione ordinata dopo la follia dell'ultimo dimensionamento scolastico. Di questo e di molto altro ancora ci sarebbe bisogno, non di provvedimenti propagandistici privi di efficacia e incubatori di nuove tensioni. Che i veri problemi della scuola non siano nelle corde del ministro Profumo e dell'intero governo dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, compresi quelli che il governo lo sostengono. Spetta a chi ha a cuore il destino della scuola pubblica e la salvaguardia della sua qualità porre il tema di una svolta radicale, nel settore e nell'intera società, alimentando le mobilitazioni che si preannunciano per l'autunno a partire dalle prossime settimane. Le premesse ci sono, diamo gambe alle lotte.