"Cupola di Roma", nell'inchiesta anche molti personaggi del centrosinistra. Il dossier del Prc di Roma nel 2013

Mentre tutti i fari dei mass media nel raccontare l’inchiesta “Mondo di mezzo” vengono puntati su Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana, a piazzale Clodio la sensazione è che siamo solo al principio di un sisma destinato a propagarsi coinvolgendo ampie fette di centrosinistra.

Il governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Di Marco Bersani, tratto dal numero di marzo del Granello di sabbia. La crisi sovverte e modifica il quadro geopolitico internazionale, mutando i rapporti di forza a livello internazionale e rimettendo in discussione egemonie storiche, sinora date per indiscutibili.

Preparare la manifestazione del 29

Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale...

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti

Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria.

3.25.2012

PRC di Siena: contro il governo Monti e i suoi alleati, per la difesa dei lavoratori e dei loro diritti.

 sabato 24 marzo 2012

Il Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Siena ha partecipato, insieme con le forze studentesche, i sindacati di base e altre realtà sociali della Provincia, al presidio indetto nel pomeriggio di ieri per aspettare il segretario nazionale del Partito Democratico, Pierluigi Bersani - inviato a Siena per prendere parte al Congresso Nazionale dei Giovani Democratici-, e ricordargli le ragioni del popolo dell'acqua, del movimento NO TAV e dei lavoratori.

Il governo PD-PdL-TerzoPolo di Mario Monti aveva iniziato malissimo il proprio mandato, con l'alzamento dell'età pensionabile e con una manovra che non soltanto è stata estremamente iniqua, ma sta già producendo pesanti effetti recessivi sulla fragile economia italiana. Ora continua peggio, con la proposta di riformare la normativa contrattuale ed i diritti dei lavoratori, “aumentando la flessibilità in uscita”. Cioè -tradotto dalla lingua dei “tecnici”-abolendo l'art. 18 e dando alle imprese la possibilità di licenziare a discrezione (esattamente come chiedevano l'estate scorsa i vertici della BCE nella famosa lettera).

Che l'abolizione dell'articolo 18 - vale a dire il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro nel caso di licenziamenti ingiustificati - possa favorire un mercato del lavoro, che si finge ingessato, è un'enorme bugia. Perché la flessibilità in entrata è garantita, in Italia, da una spettacolare quantità di lavori precari e a termine; e perché quella in uscita è ampiamente consentita da una legge dello stato e da non meno vincolanti accordi interconfederali che consentono alle aziende di liberarsi dell'occupazione da esse ritenuta “eccedente".

L'obiettivo del governo è dunque politico: la cancellazione dell'articolo 18, dell'architrave su cui poggia l'intero Statuto dei lavoratori, infatti consegna al padrone un potere assoluto, lo rende signore indiscutibile del rapporto di lavoro e delle condizioni in cui esso si esercita: sicurezza, dignità, libertà non sono più elementi fondamentali del lavoratore.

E il fatto che questo gravissimo attacco allo Stato di Diritto venga mascherato con la prospettiva di creare occupazione dimostra soltanto il grado di malafede di signori dell'alta finanza, oggi entrati nel ruolo di verginelle della politica.

Il risveglio della Cgil è stato brusco, dopo un lungo e colpevole traccheggiamento, interrotto soltanto dalla coraggiosa resistenza della Fiom. Ora che ogni argine è crollato, la Cgil sembra comprendere che è in gioco la sua stessa ragion d'essere sindacato, stretta in una tenaglia saldamente impugnata da Monti e Marchionne.

Ma chi invece non riesce ad uscire dalla penosa e passiva dipendenza da Monti è proprio il Pd, ora costretto a balbettare una tardiva, prudente critica alle “forzature" dell'esecutivo, ma sostanzialmente prigioniero della sciagurata scelta di sostenere un governo che rappresenta e interpreta un blocco sociale e politico reazionario di dimensioni europee.

Il governo Monti infatti, espressione del capitalismo europeo, persegue le ricette della BCE e delle grandi potenze europee: tagliare le pensioni; demolire i diritti dei lavoratori (conquistate dai movimenti operai), dai contratti nazionali all'articolo 18, passando dall'abbassamento dei salari e il mantenimento della precarietà; distruggere lo stato sociale; ledere la democrazia stessa, trasformando il conflitto sociale in problemi di ordine pubblico da reprimere con la forza (basti pensare all'occupazione militare della Val susa, a quello che è successo a Roma al Movimento per la casa o a tante fabbriche dove gli operai sono stati caricati).

Ecco perchè non è sufficiente da parte del Partito Democratico una così lieve e timida opposizione alla riforma del lavoro, mentre continua a dare apertamente il suo appoggio a questo Governo Monti, che usa lo spread come clava per demolire i diritti dei lavoratori e dei cittadini tutti. Per riprendere le parole di Paolo Ferrero "è necessario che il PD stacchi la spina a questo governo".

Il Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Siena vuole infine esprimere piena solidarietà a tutti i lavoratori che in questi giorni si stanno mobilitando dentro e fuori le loro fabbriche contro l'abolizione dell'articolo 18, per difendere i loro diritti e il loro posto di lavoro, e nello specifico agli operai della fabbrica Trigano di San Gimignano, che ieri hanno fatto uno sciopero, e agli operai della Whirlpool di Siena, che hanno indetto, per la giornata di lunedì p.v., due cortei, uno per ogni turno lavorativo.

Augurandoci che questi scioperi e mobilitazioni siano soltanto le prime avvisaglie di una grande lotta contro questo Governo e l'attacco che sta portando, come Partito ci auspichiamo un'unione d'intenti e strategica di tutto il movimento operaio e quindi delle sue punte più avanzate, Fiom e Sindacati di Base; ecco perchè nei prossimi mesi lavoreremo in tal senso!

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Siena



3.19.2012

Israele è isolata!

 
 
 di Francesco Andreini
Sabato, 17 Marzo 2012

Ho assistito volentieri giovedì 15 marzo alla consegna del premio di “Italiani per Israele” a Pierluigi Battista (sala di Palazzo Patrizi, Siena), per il suo libro “lettera ad un amico antisionista”, anche perché ci da un'idea di quale sia la percezione di noi “amici della Palestina” da parte della maggioranza dei giornalisti (leggere anche l'articolo sul Corriere Fiorentino dello stesso giorno). È vero che più volte lo stesso Battista ha ripetuto “nessuno è esente da errori”, spero volendo includere anche se stesso tra coloro che possono sbagliare, ma non mi sarei aspettato mai da un giornalista, appunto, una così abbondante ripetizione di luoghi comuni, senza alcun supporto di documenti sostanziali alle sue considerazioni (antisionismo uguale antisemitismo, Israele unica democrazia in Medioriente, e così via). Vorrei però qui ricordare alcune “novità”, soprattutto per coloro che non hanno potuto presenziare alla cerimonia.

La citazione del Rapporto di una “Commissione Parlamentare”, che il giornalista ha sollecitato a leggere a riprova delle sue affermazioni, è in realtà difficile da reperire (esistono ad esempio una associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele, e un gruppo Parlamentare formato da deputati “amici di Israele”, ma i documenti che fornisce il sito del Parlamento sono 1199...), ma per il resto qualche “notizia” la passerei volentieri al signor Battista:

non è l'unico a sapere che i Protocolli di Sion sono un falso; il primo a fornirmi la notizia è stato un amico palestinese, che ho conosciuto a Siena molti anni fa;

a definirsi “antisionisti” non sono solo i terroristi o i loro simpatizzanti, unici citati dal signor Battista, ci sono anche tantissimi ebrei, compresi quelli che si riferiscono all'associazione “Ebrei Contro l'Occupazione”;

Israele, come Stato Nazionale, non è così isolato e minoritario, lo Stato Italiano e l'Unione Europea hanno firmato fior di accordi, sia commerciali sia militari e il presidente del Senato Schifani ha addirittura affermato che “i confini di Israele sono i confini della nostra Patria”

Il confondere poi Israele con tutta la comunità ebraica, ovviamente comprensibile per il Governo dello Stato di Israele, che può contare così su una popolazione molto più vasta garantendo il diritto al ritorno a tutti gli ebrei, appare meno comprensibile a chi si propone come difensore della democrazia, visto che il diritto al ritorno poi non lo si vuole estendere a tutti i cittadini del mondo (immaginate il Vaticano che garantisce la cittadinanza a tutti i cattolici?).

Come ultimo punto vorrei dare una risposta alla domanda che il buon Battista ha rivolto a tutti “gli amici dei Palestinesi”: perché non si è accettata la costituzione della Palestina dal 1948 al 1967?

E' piuttosto semplice: come la storia insegna nessuno stato vuole cedere tranquillamente parte del proprio territorio, e neppure quello che potrebbe diventarlo; non lo hanno voluto in quegli anni Giordania, Egitto, Siria, non lo vogliono oggi Turchia, Serbia, Kosovo, Macedonia, Spagna, Inghilterra (le Malvinas?), non lo vuole Israele, che ha costruito appositamente colonie in terra Palestinese, come Pierluigi Battista ben sa., o dovrebbe sapere.

Ovviamente il Comune di Siena ha dato il proprio patrocinio, e l'assessore alla Cultura sembrava condividere in pieno l'iniziativa...

3.16.2012

Il palazzo contro i lavoratori e il PD dentro il palazzo

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – FdS, ha dichiarato:

"La foto del vertice di ieri sera è la rappresentazione plastica della situazione italiana: la foto del palazzo contro i lavoratori con il PD dentro il palazzo. Con il massacro sulle pensioni e la manomissione dell’articolo 18 il governo Monti dimostra di aver dato luogo al quadro politico più antioperaio di tutta la storia repubblicana. Questo perché c’è una cosa peggiore di un governo di destra ed è un governo di destra privo di opposizione parlamentare. Di queste scelte e di questo quadro politico il PD porta piena responsabilità essendosi arruolato armi e bagagli al carro della destra tecnocratica di Monti. In questo contesto invito ancora una volta la Cgil a proclamare lo sciopero generale: non si può assistere alla demolizione dei diritti dei lavoratori senza muovere un dito, occorre strappare con la lotta la foto di Palazzo Chigi”.

Roma, 16 marzo 2012

In tremila oggi a manifestare

 Oggi il Partito della Rifondazione Comunista ha partecipato numeroso al corteo indetto dai lavoratori MPS, per difendere, come sempre chi lavora. Abbiamo distribuito volantini e parlato con diversi lavoratori, che volontariamente si sono fermati a parlare con noi ed hanno espresso fiducia nelle nostre idee ed istanze...al contrario di qualcun'altro che è stato contestato:


pubblicato da  sienanews.it
"In tremila a manifestare, contestato il sindaco Ceccuzzi

Sono arrivati in tremila (il sindacato dice ottomila) da ogni Regione d’Italia per manifestare contro quelli che potrebbero essere i prossimi scenari lavorativi al Monte dei Paschi e la politica aziendale di contenimento dei costi. Il corteo è partito da Piazza Gramsci alle 11,30 e ha attraversato il centro storico prima di terminare il suo percorso in Piazza Salimbeni.
Il sindaco Franco Ceccuzzi è stato contestato da una decina di manifestanti che gli hanno chiesto di lasciare il corteo: “Questa manifestazione è dei dipendenti”. La delegazione del Pd non ha preso poi parte al corteo. Il sindaco si è diretto a palazzo comunale assieme ad assessori e consiglieri, ufficialmente per “riprendere la giornata lavorativa”



http://www.sienanews.it/2012/03/16/in-tremila-a-manifestare-contestato-il-sindaco-ceccuzzi/ 




3.14.2012

Il PRC dalla parte dei lavoratori MPS


E’ vero: viviamo in un’epoca dove la finanza col suo potere agisce indisturbata fino al punto di commissariare il governo e i parlamenti degli Stati se non dell’intera Comunità Europea. E’ vero: sono ormai più di trent’anni che la globalizzazione dei mercati ci viene imposta dai mantra mediatici come il nuovo dio al quale sacrificare i nostri diritti e di fronte al quale la politica ha perso la sua dignità. Ma c’è un limite sia alla crudeltà finanziaria che
all’indecenza.
Per questo ci chiediamo come abbia potuto una banca come il MPS, dove ancora i maggiori azionisti, tramite la Fondazione, sono il Comune e la Provincia e quindi la rappresentanza più alta della comunità senese, spendere dal 2006 al 2010 oltre 65 milioni di euro per il suo gruppo dirigente. Soldi destinati a premi, incentivi, auto di rappresentanza, carte carburanti, contributo alloggio, polizze sanitarie, telefonini di ultima generazione, riunioni e convegni in ambite e salottiere località e pernottamenti in Alberghi ad infinite stelle. Ci chiediamo anche quanto siano costate le consulenze e le indagini di quegli advisor che non hanno mai azzeccato una scelta (Banca 121 e Antonveneta per citare quelle più conosciuti).
Ci chiediamo tutto questo e la risposta che ci siamo dati è che tutto ciò sia servito per far riprodurre negli anni un sistema di potere malato, basato sulla ripartizione degli incarichi per convenienza di consorteria. Facciamo anche autocritica però sul nostro Partito poiché anche noi, ai tempi delle vacche grasse, non siamo riusciti a vedere a
denunciare a fondo ciò che non andava.
E’ vero: fino a poco tempo fa Siena e la sua provincia, grazie agli utili riversati sul territorio tramite la Fondazione godeva di un welfare supplementare che spesso è andato oltre la garanzia di ulteriori diritti ai cittadini per sfociare in favori e sistemazioni. Ora che però è arrivato il tempo delle vacche magre non ci stiamo che a pagare di più e per primi debbano essere sempre i cittadini e i lavoratori.
Il piano stratetico messo in piedi dai vertici del MPS chiede un sacrificio di 1400 esuberi che vale un risparmio a regime di 180 milioni sul triennio 2011/2013.
Ebbene, con quale dignità si possono chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori, a chi è stato costretto a subire scelte sbagliate, nel silenzio assordante e/o connivente della politica e delle istituzioni?
Il Partito della Rifondazione Comunista è nettamente contrario a questo piano di riassetto che sarebbe un ulteriore trave sulla testa delle famiglie dei dipendenti e su gran parte del tessuto sociale senese.
Per questo siamo contenti che sia stato confermato lo sciopero dei dipendenti MPS per il 16 Marzo in risposta ai tagli al personale annunciati dal C.d.A. della banca il 22 febbraio scorso, lo sciopero sarà l’occasione per esprimere piena solidarietà ai lavoratori e per sostenere pienamente la loro mobilitazione alla quale, speriamo, parteciperanno tutti i cittadini alfine di impedire l’attuazione del piano di esuberi e per chiedere che i tagli vengano operati sulle consulenze, sugli incarichi “a pioggia” e sugli sperperi e ci fermiamo qua perché non vogliamo certo rubare il mestiere ai ben pagati amministratori e dirigenti della banca!

Matteo Mascherini - Segretario Provinciale PRC Siena
Antonio Falcone - Consigliere Provinciale PRC Siena
Francesco Andreini - Segretario Circolo PRC Siena

3.08.2012

Giù le mani dall'Articolo 18

Il governo PD-PdL-TerzoPolo di Mario Monti aveva iniziato malissimo il proprio mandato, con una manovra che non soltanto è stata estremamente iniqua, ma sta già producendo pesanti effetti recessivi sulla fragile economia italiana.
Ora continua peggio, con la proposta di riformare la normativa contrattuale ed i diritti dei lavoratori, “aumentando la flessibilità in uscita”, “senza avere tabù”. Cioè -tradotto dalla lingua dei “tecnici”- includendo l'abolizione dell'art. 18. e dando alle imprese la possibilità di licenziare a discrezione. Esattamente come chiedevano l'estate scorsa i vertici della BCE nella famosa lettera.
Il fatto che questo gravissimo attacco allo Stato di Diritto venga mascherato con la prospettiva di creare occupazione dimostra soltanto il grado di malafede di questi volponi dell'alta finanza, oggi entrati nel ruolo di verginelle della politica......
E' FALSO CHE L'ART.18 SIA UN OSTACOLO A NUOVE ASSUNZIONI perchè non riguarda minimamente gli esuberi per cause economiche. L'art. 18 si occupa soltanto di licenziamenti discriminatori senza giusta causa.
E' FALSO CHE L'ART. 18 SIA CAUSA DEL NANISMO
 DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLE IMPRESE ITALIANE perchè il 95% delle aziende non arriva a 10 dipendenti, mentre un numero irrisorio di imprese si ferma alla soglia dei 15 per non rientrare sotto lo Statuto dei Lavoratori.
E' FALSO CHE IN ITALIA CI SIA POCA FLESSIBILITA' IN USCITA perchè -esclusi i casi discriminatori-, in Italia è più facile ridurre il personale di un'azienda, che nella media dei paesi UE.
Per non parlare dei nuovi assunti, per i quali l'Italia ha il record della precarietà....

E' DIMOSTRATO, INVECE, CHE LA MAGGIORE PRECARIETA', PRODUCE UNA RIDUZIONE DEI SALARI, QUESTO CAUSA UNA RIDUZIONE DEI CONSUMI, SI AGGRAVA LA CRISI, E SI PERDONO ALTRI POSTI DI LAVORO, ANCHE FLESSIBILE.
E' DIMOSTRATO CHE LE RICETTE POLITICHE LIBERISTE DISTRUGGONO IL MERCATO INTERNO E L'ECONOMIA DI UNA NAZIONE (si guardi il caso argentino), MENTRE AIUTANO SOLTANTO GLI SQUALI DELLA FINANZA.
E' DIMOSTRATO CHE UN'ECONOMIA MODERNA CRESCE SOLO QUANDO SI REDISTRIBUISCE LA RICCHEZZA, E CIO' SVILUPPA IL MERCATO DEI BENI DI CONSUMO.

CONTRASTIAMO LE POLITICHE RECESSIVE CHE COLPISCONO SEMPRE I LAVORATORI E LE FASCE PIU' DEBOLI.
SALVIAMO LO STATUTO DEI LAVORATORI ED IL SUO ART.18
MOBILITIAMOCI PER UNA VERA RIFORMA DEL LAVORO CHE CANCELLI LA PRECARIETA' E RIPRISTINI UN UNICO CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO!




sciopero generale FIOM 9 marzo

o

Elezioni RSU all'Università di Siena





Si sono svolte oggi 8 Marzo le elezioni per le Rappresentanze sindacali unitarie dei dipendenti tecnici e amministrativi dell’Università di Siena. A conclusione degli scrutini sono risultati eletti: Lorenzo Costa (159 voti), Maurizio Orazio Salvatore Sgroi (34 voti), Eugenio Paccagnini (16 voti), della lista USB Pubblico Impiego; Andrea Machetti (63 voti), Roberta Manganelli (38 voti), Barbara Terrosi (33 voti), della lista FLC CGIL; Antonio Sterlacci (70 voti), Linda Ippolito (23 voti), della lista UIL RUA; Alessandro Giunti (54 voti), della lista Federazione CISL Università; Daniela Orazioli (38 voti), della lista UGL-Intesa Funzione Pubblica; Francesco Fusi (18 voti), della lista CSA della CISAL Università; Marialuisa Valacchi (31 voti), della lista CONFSAL Fed. SNALS Università CISAPUNI.

I voti complessivi di lista sono stati i seguenti: USB Pubblico Impiego, 218; FLC CGIL, 207; UIL RUA, 97; Federazione CISL Università, 61; UGL-Intesa Funzione Pubblica, 47; CSA della CISAL Università, 38; CONFSAL Fed. SNALS Università CISAPUNI, 33.
Hanno votato 745 su 1065 aventi diritto al voto.



Siamo veramente felici del risulatto raggiunto dell'USB stimato sindacato che da anni combatte in prima fila per la difesa dei diritti dei lavoratori all'interno del nostro Ateneo.
Facciamo per cui i nostri più grandi complimenti all'USB-pubblico impiego e a Lorenzo Costa, persona eccezionale, di cui c'è un enorme bisogno in una situazione come quella dell'Università di Siena, con l'augurio di buon lavoro. 
Ne hanno davvero bisogno...

Perché abbiamo abbandonato il centro sinistra



Il Circolo di Siena del Partito della Rifondazione Comunista, a partire dall'ultimo congresso, si è interrogato più volte sulle ragioni dei poco brillanti risultati elettorali delle elezioni amministrative dello scorso anno, e su quelle, altrettanto importanti, della crisi della militanza nel nostro partito. Il circolo deve fare i conti con alcuni avvenimenti politici che si sono verificati, alcuni dei quali dipendenti ed altri indipendenti dalla nostra volontà.
Il primo di questi avvenimenti è stato la scissione di una parte della nostra base di militanza (con la nascita di SEL), che ha determinato un restringimento della nostra capacità di agire politicamente e di interagire con la cittadinanza.
Il secondo avvenimento è stata la decisione politica di aderire alla coalizione elettorale che ha portato all'elezione del sindaco Franco Ceccuzzi. Di aderirvi senza mostrare a sufficienza alcuni segni di critica con quanto fatto in precedenza dalla stessa coalizione (evidenziato invece a suo tempo in sede di dibattito consiliare) e senza rivendicare con forza i risultati da noi ottenuti durante il precedente mandato; in altre parole non ci siamo diversificati significativamente dai nostri ormai ex-alleati di governo. Inoltre abbiamo aderito a quella coalizione non tramite una lista di Rifondazione Comunista (o al limite della Federazione della Sinistra, che oggi non ha più, secondo noi, neppure una propria identità), ma attraverso una lista civica con un nome ed una composizione che ingeneravano ulteriore confusione sulla nostra identità, con rappresentanti che fino a pochi mesi prima avevano militato in formazioni politiche collocate nei modi più diversi alle elezioni del 2011.
L'evoluzione del contesto politico cittadino, nazionale ed internazionale riteniamo non offra più le condizioni fondamentali e i requisiti minimi per una nostra partecipazione ad alleanze di governo con il Partito Democratico. Sul versante cittadino ciò non è possibile a causa delle prassi messe in atto nel territorio: la politica dell'edilizia nel territorio comunale (eccessivo numero di nuovi edifici che spesso rimangono inutilizzati e scarsa attenzione al riutilizzo pubblico di vecchi contenitori, ultimo il caso dell'ex-cinema Moderno); la gestione di Banca e Fondazione MPS (sempre più espropriati alla collettività); l'Università (la cui crisi non è determinata dal caso, ma ha responsabilità emerse anche su articoli di stampa); e infine neppure una parola sul rispetto dell'esito referendario relativo ai Beni Comuni, l'acqua in primo luogo. Sul versante nazionale l'appoggio incondizionato del PD al governo Monti, che taglia senza tregua risorse e diritti alle fasce deboli della popolazione. In campo internazionale non c'è cenno a cambiamenti, con l'aspetto della convenienza economica che detta la linea della politica estera (sostegno a tutte le guerre che rafforzano la supremazia ?occidentale? con l'appoggio o addirittura l'iniziativa del presidente Napolitano e per contro l'attenzione selettiva alla violazione dei diritti umani a seconda di chi la esercita; il caso più emblematico è lo strangolamento della popolazione palestinese in primis quella della Striscia di Gaza, che nessuno vede).
A noi sembra comunque impossibile dividere responsabilità con un partito che a livello nazionale sostiene di dover tagliare i servizi che dovrebbe erogare a livello locale, con un gioco delle parti che servono solo a nascondere le responsabilità, senza parlare del tema NO TAV, che vede sindaci contrari al distruttivo e costoso progetto, e una direzione nazionale dello stesso partito che lo sostiene e lo vuole imporre con la forza.

Francesco Andreini - segretario PRC Circolo di Siena