"Cupola di Roma", nell'inchiesta anche molti personaggi del centrosinistra. Il dossier del Prc di Roma nel 2013

Mentre tutti i fari dei mass media nel raccontare l’inchiesta “Mondo di mezzo” vengono puntati su Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana, a piazzale Clodio la sensazione è che siamo solo al principio di un sisma destinato a propagarsi coinvolgendo ampie fette di centrosinistra.

Il governo Renzi vuole la privatizzazione dell'acqua: fermiamolo!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Di Marco Bersani, tratto dal numero di marzo del Granello di sabbia. La crisi sovverte e modifica il quadro geopolitico internazionale, mutando i rapporti di forza a livello internazionale e rimettendo in discussione egemonie storiche, sinora date per indiscutibili.

Preparare la manifestazione del 29

Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale...

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti

Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria.

11.19.2014

Piano Regionale dei Rifiuti. Sgherri:"obbiettivi svuotati e piano che punta alla realizzazione degli inceneritori."

Piano Regionale dei Rifiuti in approvazione. Sgherri (PRC in Regione): “piano che svuota obbiettivi anche ambiziosi a causa di previsioni di produzione di rifiuti sovra dimensionate e che paiono funzionali a fare inceneritori. In soffitta il percorso partecipato che Rossi aveva accolto”. 

Firenze, 19 novembre. Piano Regionale dei Rifiuti in approvazione. L’arrivo oggi in aula del Piano conferma che è stato interrotto il confronto partecipato, promesso e poi negato dal presidente Rossi. Un piano che si pone formalmente obbiettivi anche ambizioni (70 %, 20%, 10%) ma che poi li svuota in primis a causa del sovra dimensionamento della produzione rifiuti indicata, e funzionale alla realizzazione degli impianti di incenerimento. Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo in Consiglio Regionale. Sulla produzione dei rifiuti – spiega Sgherri – in Toscana si parte da dati di gran lunga superiori a quelli che registrano già oggi altre altre regioni italiane (Lombardia, Veneto, Piemonte ecc), ma quel che balza all’occhio è che le previsioni al 2020 contenute nel piano sono di circa 100 – 150 kg/abitante /anno superiori ai dati 2012 (fonte Ispra) di queste regioni . E tutto in base a una prevista ripresa economica (legata alla produzione dei rifiuti) sempre annunciata e mai partita e che comunque, qualora si realizzasse, la letteratura economica ci dice richiederebbe oltre un decennio a ritornare a livelli del 2007. Tanto più se si pensa che sono ormai anni che il trend è in diminuzione. Obbiettivi ambizioni dicevamo che, se si vuole ridurre i rifiuti sul serio e consistentemente e aumentare considerevolmente la raccolta differenziata, dovremmo però dar loro delle gambe con scelte precise che nel piano non ci sono (e che invece sono stati oggetto di alcune delle osservazioni presentate – e respinte - e oggetto delle risoluzioni collegate da me sottoscritte) come: una moratoria di tre anni nella realizzazione/ammodernamento/ampliamento degli impianti di incenerimento (in attesa di una verifica del trend reale di produzione dei rifiuti); prevedere l’obbligo di affidarsi al gestore unico, da parte dei comuni, per la sola gestione degli impianti e invece una adesione volontaria per la raccolta e lo spazzamento (valorizzando così le esperienze virtuose presenti in Toscana); responsabilizzare i gestori imponendo penali se non raggiungono gli obbiettivi di raccolta differenziata (mentre oggi la pagano i cittadini con l’eco tassa); una seria politica di incentivazione ai comuni per l’applicazione della tariffa puntuale e una che punti a una “de assimilazione attiva” dei rifiuti speciali assimilati agli urbani. Insomma volere è potere, come dimostrano i casi che anche in Toscana, con queste politiche, hanno portato a far schizzare in alto le percentuali in pochissimo tempo di raccolta differenziata e riduzione rifiuti, basterebbe metterli a sistema. Ma si è preferito il vecchio, si è preferito non rompere la gabbia del binomio produzione – inceneritori, anche al di là di quello che dice l’evidenza della realtà, svuotando di fatto quelli che potrebbero sembrare obbiettivi ambiziosi.

11.17.2014

Preparare la manifestazione del 29


Il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, convocato il giorno dopo dello sciopero generale della Fiom per valutare la nuova fase che si è aperta con la ripresa del conflitto sociale, per sottolineare la necessità di organizzare con cura la manifestazione nazionale del 29 novembre organizzata da “l’Altra Europa con Tsipras” e lo sciopero generale del 5 dicembre, si è oggi chiuso senza l’approvazione di alcun documento politico generale. In una situazione che vedeva una cinquantina di assenti, le diverse minoranze, alla fine del dibattito, hanno ritirato i loro 3 documenti per unire i voti e respingere 54 a 50 il documento presentato dalla segreteria nazionale. Siamo quindi nella situazione in cui minoranze che hanno progetti politici opposti si sono unite al solo fine di impedire al Partito di precisare la linea politica già decisa in congresso: siamo passati dal centralismo democratico alle imboscate parlamentari. Detto questo, la linea politica del partito rimane quella decisa a larga maggioranza dal congresso nazionale e ribadita nel documento varato dall’ultima Direzione Nazionale. Non sono state infatti avanzate in Comitato Politico Nazionale altre proposte politiche: quando lo saranno verranno discusse e votate dagli organismi dirigenti, a partire dalla prossima Direzione Nazionale. Confidando che chi ha a cuore l’esistenza del Partito della Rifondazione Comunista eviti di avere pratiche puramente distruttive e prive di proposta politica, invito tutti i compagni e le compagne a lavorare pancia a terra per la buona riuscita della manifestazione nazionale del 29 novembre. 

Hasta la victoria! 

Articolo di: Paolo Ferrero

11.07.2014

Sentenze MPS: un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficienti




Il PRC esprime parziale soddisfazione riguardo alla sentenza con la quale Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati giudicati relativamente alla ristrutturazione del derivato Alexandria. Un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficiente. Infatti in questa vicenda sono troppo gravi le responsabilità sia penali che politiche per cavarsela con una condanna in un reato relativamente secondario rispetto alle dimensioni del danno causato alla banca e alla città. In attesa che termini anche il processo principale trasferito a Milano, i cittadini dovrebbero prendere piena consapevolezza di quali forze politiche hanno ridotto in questo stato la Banca, la Fondazione e la città di Siena. Decidendo di cambiare, altrimenti una presa di visione della situazione fine a sè stessa è tutto inutile. La Fondazione MPS era il principale bene comune della città, realizzato con il sudore dei dipendenti ed i risparmi dei cittadini di Siena, nel corso di secoli di investimenti accorti e prudenti. Rappresentava una fonte di Stato Sociale e servizi di qualità per i cittadini, specie per le categorie più deboli della società. La Fondazione è stata purtroppo usata anche per altro, in modo sbagliato, con elargizioni clientelari erogate a soggetti che non mettevano in campo progetti realmente utili, ma che assicuravano un sostegno politico ed elettorale ad una parte -e solo a una- della città. Ma sicuramente anche queste distorsioni odiose dell'attività della Fondazione non sono sufficienti a giustificare da sole il disastro che è avvenuto. Qualcuno ha deciso di "privatizzare" questo bene comune, facendo perdere la quota di controllo della Fondazione e dilapidarne il patrimonio in operazioni scellerate come l'acquisto di Antonveneta e Banca 121 (nelle quali qualcuno vede irresponsabilità e imprudenza, mentre qualcun'altro vede malafede e interessi politici ed economici personali). Come in altre privatizzazioni meno recenti, si è deciso di svendere un bene comune della collettività per farlo finire nelle mani di pochi amici, felici di assicurare un ritorno economico alle parti politiche che si sono accollate la responsabilità di compiere il "lavoro sporco" per questi signori. Un'indicazione alla privatizzazione che è avvenuta -e continua ad avvenire anche in altri ambiti- sicuramente a livello di politica nazionale, ma che i referenti senesi hanno eseguito quasi senza battere ciglio e senza considerare le conseguenze che si sarebbero ripercosse così duramente sul nostro territorio. A differenza di altri gruppi politici, che sostengono che il problema del Monte dei Paschi è stato l'averla affidato la Banca ai "politici" o ai "non-senesi", Rifondazione Comunista ritiene che il problema stia principalmente nell'averla affidata ai "politici sbagliati", che l'hanno usata per i propri scopi e per la propria parte, anziché negli interessi della cittadinanza tutta. Riteniamo inoltre che sia giusto che la cittadinanza eserciti una funzione di controllo sulle politiche della Banca, a fronte del fatto che tale Banca deve molto al lavoro dei dipendenti e ai risparmi dei cittadini. Che tuttavia gli stessi cittadini, negli ultimi anni, si siano dimostrati poco attenti alla situazione MPS, delegando questo potere di controllo alle persone sbagliate senza vigilare su quanto stavano facendo. E riteniamo infine che alcune persone che avevano gli strumenti e la responsabilità di capire e denunciare quello che stava succedendo hanno deciso, talvolta anche per ragioni di utilità economica personale, di girare lo sguardo da un'altra parte. Rifondazione Comunista in passato aveva avanzato la proposta di suddividere il Monte dei Paschi in una "bad bank" che si accollasse la maggior parte delle passività, da quotare in borsa, e una "good bank" più piccola e con meno passività, nella quale la Fondazione potesse continuare a detenere quote rilevanti e svolgere un qualche ruolo di indirizzo in favore delle politiche sociali e produttive del territorio. Fondazione e Banca si sono mosse nella direzione opposta, accollando le perdite alla collettività e facendo calare fino al 2% le quote di proprietà della Fondazione. Di recente è tornata d'attualità la proposta che facemmo all'epoca, ma realizzarla in questo momento, dopo che i buoi sono ormai già scappati dalla stalla, è una scelta ormai fuori tempo massimo. Di certo la città non si risolleverà continuando ad affidarsi alle forze politiche che la hanno affondata. Ancora una volta, è ora di cambiare, altrimenti è tutto inutile. 

Circolo del Partito della Rifondazione Comunista "Viro Avanzati" Siena